La Borsa cerca lo slancio. Focus sulle aste dei Btp

I grandi fondi internazionali guardano ai titoli del Tesoro. L'esperto: "Avvantaggiate le scadenze medio-lunghe"

La Borsa cerca lo slancio. Focus sulle aste dei Btp
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L'upgrade dell'Italia da parte di Fitch cambia immediatamente la percezione del rischio sul mercato dei titoli di Stato italiano. Il miglioramento del giudizio potrebbe avere effetti positivi sullo spread tra Btp e Bund, che venerdì ha chiuso a quota 81 ed è pertanto vicino ai minimi dello scorso agosto a 77.

Un'intonazione positiva è probabile anche per Piazza Affari (salvo fattori esterni). Carlo Bodo di Ersel Asset Management aveva spiegato che «le grandi aziende italiane Enel, Eni, Snam, Terna beneficiano di un ombrello statale (essendo a maggioranza pubblica): se lo Stato paga meno per finanziarsi». Lo stesso accade alle imprese, «soprattutto nel settore bancario, dove il legame con il debito pubblico resta fortissimo», aveva proseguito Bodo citando i maggiori detentori di titoli italiani come Unicredit, Intesa Sanpaolo e Generali.

Ma il vero test è quello dell'appeal dei titoli italiani sia per investitori istituzionali sia per il pubblico retail. Essere in fascia «BBB+» (sperando che Moody's a fine novembre trasformi l'outlook positivo in upgrade a Baa2) significa restare o tornare nei portafogli dei grandi fondi internazionali soggetti a vincoli regolamentari. I rendimenti di riferimento dei nuovi titoli scenderebbero, rendendo più economico per lo Stato finanziarsi.

Il calendario delle prossime aste diventa così un osservatorio privilegiato. Domani il Tesoro comunicherà i dettagli delle emissioni a medio-lungo termine che saranno offerti venerdì, martedì andranno in asta i Btp Short term e i Btp indicizzati all'inflazione, con offerta fino a 5 miliardi di euro complessivi.

Il decennale italiano rende il 3,55% circa. Il titolo a due anni che sarà offerto martedì non si discosterà troppo dal 2% del tasso Bce in quanto sulle brevi scadenze contano più le mosse di Francoforte che gli upgrade. Come orientarsi, dunque? Antonio Cesarano di Intermonte, ha recentemente osservato che gli investitori istituzionali guardano a scadenze tra 7 e 10 anni per le obbligazioni sovrane da mantenere in portafoglio. Altri esperti hanno sottolineato che i Btp a scadenze più lunghe oltre ai decennali, quelle a 15 o 30 anni sono quelli che reagiscono con maggiore forza alle decisioni delle agenzie di rating: diminuisce il rischio Paese percepito e gli operatori globali sono pronti a incrementare l'esposizione sulla duration. Un moderato ottimismo dovrà essere contemperato dall'osservazione del Bund che non ha più l'allûre degli anni passati e soprattutto dell'Oat francese che ormai rende quanto i titoli di Roma.

In sintesi, la quinta tranche del Btp Valore attesa a fine ottobre in arrivo a ottobre dovrebbe essere lo specchio della nuova situazione.

Proprio la promozione di Fitch potrebbe far sì far sì che il rendimento si collochi nella parte bassa della forchetta oggi vista al 3,2% se non al di sotto. Resta comunque l'ottimo risultato conseguito dal Tesoro: solo un anno fa questo scenario era un'ipotesi ottimistica.

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