
Un percorso serio e credibile di finanza pubblica. Su questo convergono la premier Giorgia Meloni e il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. L'obiettivo del governo è di intervenire con tagli all'Irpef senza scartare a priori altre misure, mantenendo però sempre la disciplina nei conti. «Tutto questo quadro su cui c'era una sicurezza, lo dico con grande franchezza, si è complicato un po' con tutte le vicende che a livello internazionale sono divampate e che non dipendono dal governo». Il riferimento è agli oneri diretti e indiretti della guerra in Ucraina e agli impatti dei dazi Usa. «Noi abbiamo smesso di gettare i soldi dei cittadini dalla finestra», aveva rimarcato la premier Meloni nel suo intervento
alla festa dell'UdC. «Nonostante i debiti da pagare che ci hanno lasciato i nostri predecessori non abbiamo aumentato le tasse ma le abbiamo abbassate». Per questo, la premier indica la priorità per la prossima legge di bilancio, nella quale saranno necessarie delle scelte: «Vogliamo proseguire in questa direzione, concentrandoci con la prossima legge di bilancio sul ceto medio». Per il taglio dell'Irpef per il ceto medio sono necessari 4 miliardi e per la nuova rottamazione voluta dalla Lega sono richiesti altri 2-3 miliardi. Tra le altre misure allo studio ci sarebbero il rinnovo per un altro anno della social card «Dedicata a te», in pole position anche altre misure destinate al capitolo famiglie e natalità, che dovrebbero essere costruite sulla formula del «quoziente famigliare».
Si cercheranno le risorse senza vanificare gli sforzi fin qui fatti sul debito, con l'Italia che può ora aspettarsi una promozione nel rating di Fitch il prossimo venerdì. Giorgetti spiega che «l'entità della manovra finanziaria è una variabile dipendente appunto dai numeri di contesto che, come ho sempre detto, è dovere del ministero dell'Economia assicurare». E il quadro
delle risorse a disposizione inizierà a prendere forma dopo il 22 settembre, quando l'Istat diffonderà i conti economici nazionali. Dati che il Tesoro attende per definire i numeri che andranno a comporre il Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), che sostituisce la vecchia Nadef.
Nel frattempo aiiuta la fiducia sull'Italia tornata sui mercati. Il nostro paese, come ha sottolineato Meloni, è tornata a essere una voce importante nel panorama internazionale, si presenta stabile sul piano politico, chiara nel posizionamento e, soprattutto, solida sul piano economico e finanziario.
Un'impennata di fiducia che non arriva solo dagli investitori italiani, ma anche dagli altri Paesi. Infatti, mentre in Europa sono mediamente gli investimenti esteri, in Italia sono cresciuti del 5%, proprio a sottolineare la rinnovata attrattività del Paese.