Politica estera

A pezzi l'Africa francese. La fronda dei generali cresciuti dall'Occidente

In quattro anni 10 colpi di Stato. E molti degli ufficiali ora al potere si sono formati all'estero

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Quello in Gabon è il decimo colpo di stato africano dal 2019. Un`epidemia di golpe che ha fatto a pezzi la «Françafrique», l`area francofona, a cominciare dalla cintura del Sahel. Ben sei paesi sono finiti nella mani dei militari da una parte all`altra del continente, collegando l`Oceano atlantico al Mar Rosso. Spesso gli ufficiali che hanno preso il potere fanno parte di un`élite che si è formata all`estero, anche negli Usa, e ha deposto i presidenti civili chiamati a proteggere fino alla morte.

Adesso è toccato al Gabon, più a sud rispetto al Sahel, altra ex colonia francese con rapporti molto stretti con Parigi, e che ieri è stata sospesa dall`Unione Africana, che condanna il golpe. Ali Bongo, malato e discusso capo di stato per eredità, è stato destituito, come in Niger, dal comandante della Guardia presidenziale, il generale Brice Oligui Nguema. I suoi uomini nelle prime ore del colpo di stato l`hanno portato sulle spalle in trionfo gridando «président, président». Lunedì giurerà a Libreville, capitale del Gabon, davanti alla Corte costituzionale, come nuovo «presidente della transizione».

Il generale è originario della provincia di Haut-Ogooué, roccaforte della famiglia Bongo, che governava il paese dall`indipendenza. L`ufficiale è pure cugino del presidente che ha deposto e come altri golpisti degli ultimi anni si è formato all`estero nell`accademia militare reale Meknes in Marocco. Aiutante di campo del padre del capo di Stato rovesciato è stato addetto militare a Rabat e in Senegal. Uomo che non disdegna gli affari all`africana sarebbe intestatario di un paio di case comprate per un milione di dollari vicino a Washington. Nel 2019 è tornato in patria per riorganizzare i servizi segreti. Poi è stato promosso al comando della Guardia repubblicana in difesa del presidente.

In Niger, penultimo golpe, il suo omologo, generale Abdourahamane Tchiani, che ha deposto il capo dello Stato eletto, Mohamed Bazoum, è alla guida della giunta. Ieri i golpisti hanno tolto l`immunità diplomatica all`ambasciatore francese, Sylvain Itté, che si era rifiutato di lasciare il paese entro 48 ore dopo essere stato dichiarato persona non grata. La giunta ha ordinato alla polizia di procedere all`espulsione, ma l`ambasciata è presidiata da una sessantina di commando francesi.

Alle spalle di Tchiani, l`uomo forte è il generale Salifou Modi, nominato vicepresidente. Ex capo di stato maggiore, è stato addetto militare in Germania e ambasciatore in Arabia Saudita. Un altro golpista di rilievo è il generale Moussa Barmou, «allevato» da anni dal Pentagono. A Washington ha frequentato il prestigioso National Defense College ed è stato addestrato a Fort Benning, la base delle forze speciali Usa.
Anche in Mali e Burkina Faso, finiti sotto l`ala della Russia, i golpisti erano stati formati in Occidente. Il colonnello Asimi Goita, che guida il Mali, è stato addestrato negli Stati Uniti, in Francia e in Germania. Gli americani avevano puntato su di lui come comandante delle forze speciali per combattere i gruppi jihadisti. Nel 2018, durante un corso statunitense in Burkina Faso, ha conosciuto l`allora tenente colonnello Mamady Doumbouya, ex della Legione straniera che prenderà il potere in Guinea. In Burkina Faso sembra saldo al potere l`ufficiale più giovane, il capitano Ibrahim Traoré.

I francesi sono ancora presenti in Ciad dove il colpo di stato è scattato per successione familiare.

La morte in battaglia contro i ribelli che hanno i santuari in Libia, del padre-padrone del paese, il «maresciallo» Idriss Deby Itno, ha portato al potere nel 2021 il figlio Mahamat.

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