"Se salvo 7000 vite a settimana...". Quella frase che svela i piani di Trump

La Casa Bianca annuncia che il tycoon ha cancellato le vacanze per concentrarsi sui negoziati tra Ucraina e Russia. Il presidente Usa: "Ho fermato sei conflitti"

"Se salvo 7000 vite a settimana...". Quella frase che svela i piani di Trump
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Donald Trump ha annullato le sue vacanze nel suo resort di Bedminster, nel New Jersey, per continuare a lavorare alla risoluzione del conflitto in Ucraina. L'annuncio arriva dalla portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt che ha puntualizzato che "questo di solito è il periodo in cui il presidente va in vacanza, ma non questo presidente". "È un uomo in missione. Vuole muoversi. Fare le cose in fretta e battere il ferro finché è caldo", ha aggiunto Leavitt parlando degli sforzi dell'amministrazione americana per la pace nell'Europa orientale. Quasi in contemporanea lo stesso tycoon ha spiegato in un'intervista a Fox News il motivo di tanta fretta. "Se possibile, voglio andare in paradiso", ha detto The Donald che negli scorsi giorni ha incontrato Putin ad Anchorage e Zelensky e i principali leader europei a Washington.

"Se posso salvare la vita di 7000 persone alla settimana penso che sia abbastanza", ha spiegato Trump precisando di aver sentito dire che "non sto andando tanto bene... se riesco ad andare in paradiso, questo sarà uno dei motivi". Già l'anno scorso il presidente Usa aveva affermato di credere di potersi guadagnare un posto in paradiso facendo del bene. "Se sono buono, vado in paradiso, se sono cattivo vado da qualche altra parte, tipo lì, giusto?", aveva chiesto infatti l'allora candidato alle presidenziali all'intervistatrice di Fox News Laura Ingraham. Un curioso intervento registrato poche settimane dopo l'attentato a Butler che ha fatto emergere la convinzione del tycoon di essere stato salvato, come dichiarato nel suo discorso di insediamento, "per rendere di nuovo l'America grande".

Le parole di Trump non possono essere separate dai sempre più frequenti riferimenti alle guerre che The Donald sostiene di aver fermato grazie alla sua azione diplomatica. Un risultato che il leader statunitense vorrebbe vedere premiato con il Nobel per la pace. Sei sono i conflitti che il leader statunitense dice di aver fermato. In almeno un'occasione il capo della Casa Bianca ha alluso ad una settima guerra senza fornire ulteriori indicazioni. Nello specifico, la mediazione dell'amministrazione repubblicana avrebbe riportato la pace o risolto le dispute in corso tra Armenia e Azerbaigian, tra India e Pakistan, tra la Repubblica democratica del Congo e il Ruanda, tra Israele e Iran, tra Cambogia e Thailandia e tra Egitto ed Etiopia.

Sugli sforzi diplomatici intrapresi da Trump ha fatto il punto in queste ore il New York Times, il quale ha ricordato che in alcuni casi le parti in conflitto hanno attribuito a Washington il raggiungimento della pace. In altri, il ruolo dell'amministrazione Usa è "controverso o meno chiaro, oppure i combattimenti sono ripresi". Ad esempio sul conflitto tra India e Pakistan, New Delhi ha riconosciuto l'importanza della mediazione americana nella crisi ma ha evidenziato che la fine delle ostilità è stata negoziata direttamente con Islamabad. Quest'ultima ha negato la versione indiana e ha riconosciuto l'importanza dell'intervento Usa. Ancora più complicata è la situazione in Medio Oriente. Né Israele né l'Iran hanno contestato gli effetti dell'intervento americano ma la tregua raggiunta rimane più instabile che mai.

Quanto ai conflitti in Ucraina e nella Striscia di Gaza, per ora, progressi sostanziali devono ancora essere raggiunti ma una svolta sembra esse dietro l'angolo. Almeno nell'Europa orientale. E se il presidente ha fretta di ottenere risultati dopo la sua intervista a Fox News sappiamo il perché.

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