
Centomila euro di multa per aver sorvolato il Mediterraneo in cerca di migranti in difficoltà: il 5 settembre 2025 il velivolo Colibri 2 dell'associazione francese Pilotes Volontaires, partner di diverse organizzazioni umanitarie, che operano sul Canale di Sicilia, è stato fermato per 20 giorni dalle autorità italiane. "Questa procedura - spiega l’organizzazione - si inserisce in una tendenza preoccupante: la criminalizzazione sistematica degli attori civili impegnati nella ricerca e soccorso in mare. In soli pochi mesi, i nostri partner hanno visto le loro navi e i loro aerei bloccati e le loro missioni ostacolate da multe arbitrarie. Ogni fermo, ogni sanzione, si traduce concretamente in vite perse in mare. Con questa decisione, l’Italia prosegue la sua politica repressiva e compie un ulteriore passo nella volontà di tenere Ong e associazioni lontane dalle loro aree di operazione".
L'Ong non ci sta
L'associazione contesta i fermi accompagnati da una multa esorbitante e denuncia questo decreto e le sue conseguenze. Peccato che l'associazione operi sul territorio italiano. "La multa inflitta a Pilotes Volontaires - prosegue l’organizzazione - non ha nulla a che vedere con un presunto rispetto della legge: rappresenta invece un accanimento amministrativo con l’obiettivo politico di soffocare e far sparire le organizzazioni civili di soccorso nel Mediterraneo centrale, in particolare dopo l’adozione del decreto-legge Flussi. Eppure, i tribunali italiani, fino alla Corte costituzionale, hanno ricordato che qualsiasi decisione fondata su norme punitive e discriminatorie che eludono il diritto marittimo internazionale deve essere considerata illegale e illegittima. Il decreto legge Flussi, che impone tra l’altro di avvertire sistematicamente la cosiddetta «guardia costiera» libica, ne è una perfetta illustrazione: è illegale, illegittimo e contrario ai diritti umani".
Le richieste all'Italia
Infine, le richieste all'Italia dall'immediato rilascio della Colibrì 2 con la rispettiva revoca delle sanzioni finanziarie. L'abrogazione del decreto legge flussi. La fine del sostegno finanziario, materiale e operativo da parte dell'Unione Europea e dell'Italia alle cosiddette guardie costiere libica e tunisina."Chiediamo a cittadini, organizzazioni e istituzioni di sostenerci nella nostra azione legale contro questo fermo e nei nostri sforzi per consentire alla Colibrì 2 di tornare operativa - concludono -. Lottiamo insieme per il rispetto della vita e della dignità umana, per la libertà di movimento per tutti e senza condizioni, nonché per il diritto del mare".
Cosa dice il decreto legge flussi
Il Consiglio del ministri ad ottobre 2024 ha votato il decreto legge flussi sancendo in maniera netta e chiara le disposizioni in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale. La legge nasce per regolamentare l'ingresso di stranieri in Italia ed è una tutela anche per chi entra nel nostro Paese. L'articolo 11 dispone che gli aeromobili privati, anche a pilotaggio remoto, che, partendo o atterrando nel territorio italiano, effettuano attività di ricerca finalizzata o strumentale alle operazioni di soccorso in mare hanno l'obbligo di informare di ogni situazione "l'Ente dei servizi del traffico aereo competente e il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo responsabile per l'area in cui si svolge l'evento, nonchè i Centri di coordinamento del soccorso marittimo degli Stati costieri responsabili delle aree contigue".
Tra gli obiettivi del provvedimento c'è quello di monitorare il numero di migranti che entrano in Italia, consentendo ad esempio, l’ingresso in Italia di manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale in un meccanismo d’immigrazione legale e controllato, contrastando fenomeni di irregolarità nell’ingresso e permanenza nel nostro Paese. Da qui anche la necessità