Politica internazionale

"Restrizioni sul grano ridicole, presto ritorsioni": Kiev denuncia il "blocco Est"

Il viceministro dell'Economia ucraino vuole portare la battaglia all'Organizzazione mondiale del commercio e mette in discussione l'autorità di Bruxelles su questioni comunitarie

"Restrizioni sul grano ridicole, presto ritorsioni": Kiev denuncia il "blocco Est"

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Kiev ha deciso di denunciare Polonia, Ungheria e Slovacchia per la loro decisione di prolungare e ampliare il bando alla vendita di prodotti alimentari ucraini nel loro territorio. Ad annunciarlo è il viceministro dell’Economia Taras Kachka: “È importante dimostrare che queste azioni sono illegali. Ed è per questo che avvieremo un procedimento legale”.

I tre Paesi hanno agito in risposta alla decisione della Commissione europea di porre fine alle restrizioni stabilite all’inizio del 2023. Una vera e propria ribellione, questa, che secondo il rappresentante economico ucraino è un’indicazione della “totale sfiducia” di Varsavia, Bucarest e Bratislava nei confronti delle istituzioni comunitarie. Kachka inoltre ha sottolineato che questa situazione potrebbe sollevare “la più grande preoccupazione sistemica”: la sicurezza dei partner internazionali nel ruolo di Bruxelles come portavoce dell’Unione.

Per molti anni, è stata la Commissione europea a essere il negoziatore commerciale e l'istituzione della politica economica per l'intera Ue. E noi lavoravamo su questa base”, ha aggiunto il viceministro ucraino, intervistato da Politico. “Credo che l'approccio sistemico di Budapest e Varsavia, che ignora la posizione delle istituzioni europee nella politica commerciale, sarà un problema per l'Unione in generale, perché non c'è unità”. Per questo, Kiev ha intenzione di denunciare i tre Paesi all’Organizzazione mondiale del commercio, senza passare per il suo accordo con l’Europa: “Penso che tutto il mondo dovrebbe vedere come gli Stati membri dell'Ue si comportano nei confronti dei partner commerciali e della loro stessa Unione, perché questo può influenzare anche le altre nazioni”.

Dei tre Paesi, la Slovacchia è l’unica che si è limitata a prolungare le restrizioni già stabiliti dalla Commissione. La Polonia, invece, ha imposto ulteriori divieti a cereali e mangimi a seguito della protesta dei contadini locali, spaventati da un possibile crollo del valore dei loro prodotti. Il partito di governo di Varsavia ha la sua base di votanti tra le comunità rurali ed è intenzionato ad ottenere il loro supporto in vista delle elezioni del 15 ottobre. La decisione della Polonia potrebbe colpire una parte significativa delle esportazioni ucraine e Kachka ha dichiarato che Kiev sarebbe costretta “a vietare l'importazione di frutta e verdura dalla Polonia” come ritorsione.

L’Ungheria è il Paese che ha maggiormente esteso il divieto, bandendo dal suo mercato 24 prodotti ucraini tra cui il vino e la carne, di cui l’Ucraina esporta quantità irrisorie. “Sono restrizioni ridicole”, ha tuonato Kachka. “Credo che l'Ungheria stia facendo una dichiarazione politica: vuole bloccare il commercio con l’Ucraina e ignorare completamente Bruxelles.

Una mossa molto audace”.

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