A proposito di campi nomadi e facoltosi adolescenti criminali, pongo due interviste a confronto. La prima, quella alle due ragazzine rom che con sfrontata allegria spiegano quanto siano felici di delinquere impunemente. E l'altra che girai io stesso a Napoli molti anni fa per Mixer di Giovanni Minoli. Intervistai allora due ragazziniche rapinavano per conto della camorra i pensionati all'ufficio postale. Se il pensionato resisteva, diceva il più giovane, «gli sparo int'e ccosce » (gli sparo nelle gambe): tanto, nessuno può farmi niente perché sono minorenne. Era lo stesso copione delle due ragazzine rom che non vanno a scuola perché la scuola è vietata dalla loro cultura. L'unico mestiere che conoscono, appreso con fatica e costanza dalle lezioni degli adulti, è il furto con destrezza che fornisce loro mille euro al giorno, garantiti e impuniti.
Il filo conduttore che lega fatti lontani fra loro è l'ipocrisia altezzosa della sinistra che rifiuta la realtà e attacca chi ne parla in termini anche brutali: sia dunque dichiarato brutto e malvagio Matteo Salvini che ha usato il verbo «radere»; mentre si dichiarino buone e utili le chiacchiere da salotto sull'impossibile approdo alla legalità che camorra e rom ovviamente rifiutano. Si tratta dello stesso genere di ipocrisia che fu usata come un lanciafiamme dalla sinistra italiana contro il sindaco di New York Rudolph Giuliani quando varò l'operazione «Zero Tolerance», tolleranza zero, per strappare alla malavita interi quartieri della città. Fu allora lanciata una vibrante campagna d'ipocrisia accusando Giuliani di voler azzerare il principio della tolleranza. Andai a vedere con i miei occhi e scoprii una tranquilla ma ferma trattativa tra le frange sociali criminali e la polizia di New York, attrezzata di idee chiare e competenza. Risultato: i poveri si trovarono ricchi perché le loro case bonificate dal crimine valevano milioni. L'ipocrisia fu sconfitta in America, ma non in Italia. La sinistra italiana, con alcune eccezioni, oggi trova più redditizio scandalizzarsi per i verbi che non per lo scempio di dignità umana, a cominciare dall'obbligo scolastico evaso e deriso. Mercoledì sera a Tg3 Linea Notte si assisteva all'incredibile spettacolo della conduttrice che regolarmente zittiva Alfio Marchini, figlio del generone rosso degli imprenditori comunisti e partigiani, che si sforzava di confermare il dato di fatto sotto gli occhi di tutti: i rom non ne vogliono sapere di integrazione, non ne vogliono sapere di istruzione, non ne vogliono sapere di legalità, educando i loro bambini a deridere sia le leggi sia la polizia, come hanno fatto le due ragazzine certe della loro impunità.
È chiaro che finché si arrestano le parole anziché chi viola la legge, la cancrena seguiterà a
bruciare sia ricchezza sia rispetto delle leggi. E allora chiediamoci: quanti punti di Pil vale l'ipocrisia ideologica? Quanti le sopracciglia inutilmente sdegnose della presidente della Camera e di alcuni pasciutissimi prelati?
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.