Sanremo, così il sindaco Pd ​premiava i suoi assenteisti

Il primo cittadino adesso prende le distanze dai "furbetti del cartellino"

Sanremo, così il sindaco Pd ​premiava i suoi assenteisti

«Il sindaco entra nel suo ufficio e non è suo compito controllare». Così il sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, in una intervista a botta calda spiegava ieri come fosse stato possibile che un terzo esatto dei dipendenti comunali andasse a lavorare solo quando ne aveva voglia, dedicando il resto del tempo - una volta timbrato il cartellino - a occupazioni più piacevoli: il canottaggio, il chiosco di famiglia, lo shopping, una bella dormita. Ma la retata della Guardia di finanza che ha portato in galera i 35 più disinvolti dei dipendenti della città del festival solleva inevitabilmente dei dubbi sull'operato dell'amministrazione comunale. Lo stesso pm titolare del fascicolo, Maria Paola Marrali, si è chiesta nel corso della conferenza stampa: «Come è possibile che nessuno si accorgesse di questo sistema scellerato?». E la lettura dell'elenco completo degli arrestati riserva un'altra sorpresa e solleva nuovi interrogativi. Si scopre che una fetta significativa dei dipendenti finiti in galera per truffa allo Stato erano stati scelti dalla giunta per essere premiati per la loro produttività. Inevitabile chiedersi chi e con quali criteri avesse individuato questi specialisti dell'assenteismo come meritevoli del bonus. Ma anche di questo, evidentemente, il sindaco non si era occupato.

La lista dei premiati era stata pubblicata nel febbraio scorso, suscitando - come inevitabile in questi casi - il mugugno degli esclusi. Cinquantanove dipendenti del municipio sanremese si erano visti riconoscere premi in denaro tra i 500 e i 2300 euro a fronte della eccezionale dedizione al lavoro dimostrata nel corso del 2014: cioè esattamente nel periodo finito sotto la lente della Procura della Repubblica nell'inchiesta che ha portato alla «operazione Stachanov». Ebbene, tra i 59 spiccano i nomi di sette dipendenti comunali arrestati all'alba dell'altro ieri. Agatino Longhitano, Istruttore amministrativo della manutenzione fabbricati e custode, riceve un bonus-produttività di 1200 euro: peccato che ora si scopra che avesse l'abitudine di fare timbrare il cartellino alla moglie, mentre lui si faceva i fatti propri. Roberta De Amicis, impiegata al settore finanze, riceve il premio più alto: 2300 euro, ma ora viene spedita in galera. Stessa sorte per Luisa Mele, delle segreteria generale, che però in febbraio si era dovuta accontentare di un premio di 550 euro. E che dire di Alessandro Vellani, funzionario dei lavori pubblici e dell'arredo urbano, quello che la Finanza ha immortalato mentre durante l'orario di lavoro sudava da canottiere ai remi di un'imbarcazione? Anche lui era stato indicato evidentemente come impiegato solerte ed efficiente, e si era visto riconoscere un premio di 1700 euro. Il suo collega Mirco Norberti, in servizio agli affari generali, che l'altro ieri si vede risparmiare le manette ma viene anche lui indagato per truffa e colpito dal provvedimento di obbligo di firma, in febbraio era stato premiato dall'amministrazione con un assegno di 1200 euro. In carcere è finita invece Antonella Rossi, impiegata ai Lavori pubblici, che pare uscisse e entrasse quando le pareva: ma in febbraio era stata considerata un esempio di zelo e dedizione, e le era arrivato un extra di 1200 euro. Stessa cifra (e stessa sorte nella retata) per l'impiegato dei servizi demografici Francesco Astolfi. E chissà quanti altri casi di assenteisti premiati si scopriranno quando oltre all'elenco dei dipendenti colpiti da misure cautelari si potrà leggere l'elenco dei centosessanta indagati a piede libero.

Intanto, da ieri sono iniziati gli interrogatori in carcere degli arrestati, mentre negli uffici comunali sanremese gli improvvisi buchi d'organico hanno reso difficile tenere aperti gli sportelli.

E stavolta persino i sindacati annunciando la tolleranza zero verso i furbetti del cartellino: la Cgil ligure ha disposto la immediata sospensione di tutti i suoi iscritti comparsi nella lista della «operazione Stachanov».

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