Roma «Mi aspetto ancora che qualcuno, prima o poi, chieda scusa a mio padre». Non c'è asprezza nella voce di Stefania Craxi che ricorda il padre, Bettino, 17 anni dopo la sua scomparsa da esule ad Hammamet.
Occorre guardare a quel segmento di Storia con occhi nuovi e senza pregiudizi?
«È la sinistra italiana che non ha mai voluto fare i conti con la figura di Craxi. Mai ho sentito pronunciare il nome di Craxi da un esponente della sinistra se non con toni da inquisizione spagnola».
Che cosa chiede?
«Se la sinistra non fa i conti complessivamente con la sua storia non può certamente confrontarsi con la figura di Craxi perché tutti i nodi irrisolti del suo passato sono ancora carne viva qui ed ora. La sinistra italiana non ha fatto i conti con la storia inemendabile del Pci. Sono passati dai carri armati a Praga alla democrazia e all'europeismo senza mai dire una volta ho sbagliato».
C'è anche un 'altra data difficile da dimenticare. Il 30 aprile del' 93, il lancio delle monetine mentre suo padre usciva dall'Hotel Raphael. Proprio in quei giorni fu piantato il seme dell'antipolitica che oggi cresce rigoglioso un po' ovunque.
«Resta un episodio vergognoso le cui ragioni però vanno cercate anche fuori dall'Italia in un contesto che stava per entrare nel processo di globalizzazione all'indomani della caduta del muro di Berlino quando la Finanza ha iniziato la sua scalata ed ha prevalso sulla Politica. L'Italia era l'anello debole dell'Europa ed ha finito per svendere tutto. Anche lo Stato. In questa prospettiva mio padre aveva avuto delle intuizioni per difendere il ruolo centrale dell'Italia».
Quali per esempio?
«Craxi aveva intuito che l'Italia doveva avere un ruolo guida nel Mediterraneo altrimenti non ne avrebbe avuto alcuno. Puntava ad una democrazia partecipata e ad ottenere stabilità attraverso il presidenzialismo. Poi è arrivata la seconda repubblica ed ha tradito tutte le promesse. Le istituzioni e la democrazia sono più deboli. Si doveva sconfiggere la partitocrazia e invece si è impoverito il dibattito delle idee ed è calata la partecipazione».
Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, parteciperà alla commemorazione nel cimitero di Hammamet.
Ma lei come vorrebbe che fosse ricordato?«Mio padre diceva che un uomo fa ciò che è suo dovere sempre. A prescindere dalle conseguenze e dagli ostacoli. Ecco spero che la Storia racconti che Craxi ha sempre fatto il suo dovere nei confronti del suo Paese».
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