Un piccolo barlume di luce: il plateau forse è stato raggiunto. ieri il bollettino reso noto dal ministero della Salute ha registrato 24.935 nuovi contagi, più dei 23.059 di mercoledì ma meno dei 25.673 di giovedì scorso, che è il dato che conta di più, perché significa che il dato mobile dei contagi degli ultimi sette giorni scende da 158.326 calcolato mercoledì ai 157.588 di ieri. Nulla di trascendentale ma è la prima volta dopo un mese che questo accade. L'ultimo giorno in cui il numero dei contagi degli ultimi sette giorni era in calo rispetto al giorno prima è stato il 18 febbraio.
Naturalmente è un andamento che andrà verificato nei prossimi giorni, prima di esultare. Ma certo la terza ondata sembra aver toccato il suo culmine. Anche se altri dati spingono a non abbassare la guardia. ad esempio, l'indice di positività che risale al 7,05 per cento rispetto ai tamponi totali (e al 12,05 rispetto ai tamponi molecolari). Restano alti anche i morti, che per il terzo giorno consecutivo superano quota 400, dopo settimane in cui il dato si è attestato tra i 200 e i 300. Naturalmente questo dato si spiega con l'incremento di contagi iniziato oltre un mese fa, che ha il suo effetto «finale» solo adesso. Così come continuano ad aumentare i dati che riguardano gli ospedali: ieri sono aumentati sia i ricoveri totali, che tornano a superare i 30mila (30.027), sia quelli nelle terapie intensive, che crescono di 16 unità e toccano i 3.333. Il tasso di occupazione a livello nazionale tocca il 36,83 per cento sul totale di 9.049 posti letto disponibili (peraltro diminuiti di 4 unità negli ultimi giorni, cosa assai strana). Ricordiamo che il ministero della Salute ha fissato il livello di guardia al 30 per cento e che tredici tra regioni e province autonome lo superano: si tratta di Trentino (61,11), Marche (59,66), Lombardia (55,51), Umbria (54,68), Emilia-Romagna (50,66), Piemonte (50,16), Friuli-Venezia Giulia (44,00), Abruzzo (41,40), Toscana (41,14), Puglia (38,49), Molise (35,90), Lazio (31,71), Alto Adige (31,00).
I dati che arrivano dalle regioni anche per quanto riguarda i contagi non sembrano preludere a cambiamenti nei colori delle regioni, che potrebbero essere decisi oggi. Anzi, la Toscana rischia seriamente di passare da arancione a rosso, a causa del continuo aumento dei casi settimanali, passati dai 229,52 ogni 100mila abitanti della settimana tra il 5 all'11 marzo ai 245,79 della settimana dal 12 a ieri. Restano ben sopra la quota considerata di pericolo di 250 il Friuli-Venezia Giulia (467,74), l'Emilia-Romagna (425,91), il Piemonte (351,75), le Marche (337,81), la Lombardia (328,65), la Campania (304,61), la provincia autonoma di Trento (298,48), la Puglia (269,98) e il Veneto (264,08).
Sotto la quota di pericolo ma in rosso il Lazio (213,54) e il Molise (140,43), e quest'ultima regione potrerbbe ambuire a tornare arancione. Sempre bassissima l'incidenza in Sardegna (43,00), bassa anche in Sicilia (95,05).
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