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Tra 50 anni musulmani in maggioranza

Nel 2070, secondo uno studio Usa, il cristianesimo cederà il primato globale dei fedeli

Tra 50 anni musulmani in maggioranza

Quando esorta i suoi connazionali turchi emigrati in Europa a fare cinque figli per famiglia, il presidente turco Erdogan sa quel che dice. E lo ha anche esplicitato quando ha aggiunto «così il futuro sarà vostro». Non intendeva soltanto dire che il suo sogno è vedere un'Europa sotto egemonia turca, ma anche - soprattutto - islamizzata. Visione coerente per un uomo politico che amava citare i versi militanti del poeta Ziya Gökalp: «Le moschee sono le nostre caserme, le cupole i nostri elmetti, i minareti le nostre baionette e i fedeli i nostri soldati». Mancava solo che aggiungesse qualcosa a proposito del trionfo da conseguire attraverso la moltiplicazione di quei fedeli, e l'ha fatto di persona.

Che sia anche questione di numeri, lo ha ricordato un recente studio di Pew Research, dedicato alle previsioni di crescita numerica nei prossimi decenni dei fedeli delle diverse religioni nel mondo. Il dato più interessante riguarda indubbiamente il «sorpasso» dei musulmani a danno dei cristiani, previsto per il 2070. La spiegazione di questo fenomeno sta nella dinamica demografica: i musulmani sono l'unico gruppo religioso che mostra nel periodo 2010-2050 una crescita superiore (per l'esattezza doppia: 73% contro il 37%) rispetto a quella media della popolazione mondiale.

Se nel 2010 si stimava che ci fossero nel mondo un miliardo e 760 milioni di musulmani e 2 miliardi e 170 milioni di cristiani (almeno nominali), per il 2050 Pew Research pronostica un rapido avvicinamento alla parità (2,76 miliardi di musulmani e 2,92 miliardi di cristiani, ovvero il 30 e il 31% della popolazione mondiale) e stima che mantenendo gli stessi tassi di crescita demografica (in media 3,1 figli per ogni donna musulmana rispetto ai 2,7 di ogni cristiana) il sorpasso avverrà appunto vent'anni dopo.

Lo studio mostra che praticamente tutte le religioni mondiali vedranno crescere il numero dei loro fedeli in ragione della rapida crescita della popolazione del pianeta. Evidenzia però anche come l'islam abbia una base di fedeli molto più giovane delle altre religioni (il 34% hanno meno di 15 anni, mentre la media mondiale è del 27%): ciò significa che le donne musulmane hanno davanti a sé un periodo fertile più lungo.

A differenza dell'islam, che ha un atteggiamento intollerante e non di rado mortifero verso chi lascia la fede in Allah, il cristianesimo dovrà fronteggiare nel prossimo futuro il fenomeno della perdita di una parte dei battezzati, che diventeranno agnostici o si convertiranno ad altre religioni. Lo studio prevede che a fronte di 40 milioni di convertiti al cristianesimo, si conteranno oltre 100 milioni di addii.

Interessante notare che verso il 2050 il Paese con il maggior numero di fedeli musulmani non sarà più l'Indonesia bensì l'India, dove pure l'islam resterà di gran lunga religione minoritaria: ma sono i grandi numeri totali della popolazione indiana a produrre questo risultato.

Agnostici e atei dichiarati cresceranno di numero ma diminuiranno in percentuale, attestandosi sul 16% della popolazione mondiale. Tendenza inversa si registrerà però in Europa, che dovrebbe confermare la dinamica verso la secolarizzazione, soprattutto in Francia, Gran Bretagna e Scandinavia. Nel Vecchio continente, secondo Pew Research, i musulmani saranno il 10% della popolazione intorno al 2050.

La strada indicata da Erdogan e paventata da Oriana Fallaci è ancora lunga da percorrere.

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