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È morta donna Assunta Almirante

È morta oggi Donna Assunta Almirante, moglie di Giorgio, fondatore del Movimento Sociale Italiano, memoria storica della destra italiana dalla Prima Repubblica in poi

È morta donna Assunta Almirante

Donna Assunta Almirante era considerata la memoria storica della destra italiana. Con lei scompare l’ultima depositaria dell’eredità morale e politica del marito Giorgio, il fondatore del Movimento Sociale Italiano.

Raffaela Stramandinoli, conosciuta come donna Assunta Almirante, nasce a Catanzaro il 14 luglio 1921, da una famiglia di latifondisti benestanti che, all’età di soli 17 anni, le organizza un matrimonio combinato con il marchese Federico de' Medici, più grande di lei di 21 anni. Dalla loro unione sono nati tre figli, Marco, Marianna e Leopoldo, ma nel ’49 Donna Assunta assiste in Calabria a un comizio che le cambierà la vita.

Il primo incontro con Giorgio Almirante

Due anni dopo, donna Assunta quando si trova a Cirò Marina, in casa del conte Sabatini viene a sapere che Almirante avrebbe tenuto un altro comizio e decide di andarvi con alcuni amici.“Ricordo che avevo un cappellino giallo e con uno spillo, ogni tanto, pungevo da dietro, chi ascoltava”, racconta nel libro-intervista "Donna Assunta Almirante, la mia vita con Giorgio" di Antonio De Pascali. A fine comizio, lei e i suoi amici accompagnano al treno l’onorevole Almirante che, con la scusa di rimproverarla per il suo comportamento, inizia a raccontare a Donna Assunta “parte della sua vita…” e la invita a contattarla nel caso in cui si fosse trovata a Roma. “Mi raccontò che era un uomo solo, che aveva fondato il Msi, ci credeva ed era il suo unico punto di riferimento, un partito che era tutta la sua vita”, rivelerà nel libro.

Donna Assunta sposa Giorgio Almirante

Qualche mese dopo lei si troverà Roma e, per fare un favore a un’amica, sarà costretta ad andare alla sede del Secolo d’Italia per parlare con Almirante ma non lo troverà. L’allora fondatore del Movimento Sociale la ricontatterà solo in tarda serata. “Alle 23,30 rientrai da una cena ed ecco il telefono squillare. Intimamente speravo che fosse lui. Quella era un’ora inusuale per ricevere chiamate”, si legge nel libro-intervista, ma Donna Assunta accetta di uscire nuovamente per incontrarlo. I due vanno in una trattoria di quart’ordine a Trastevere e tutto procede bene finché lui la riaccompagna a casa in taxi. Qui "sul lungotevere mi fece delle avances. Restai sorpresa. Non posso dire se ero soddisfatta oppure contrariata. Gli dissi semplicemente: ‘Ma come si permette! Stia al suo posto!’”. All’epoca Giorgio Almirante viveva da separato in casa con Gabriella Magnatti che aveva sposato dopo averla messa incinta, ma era un galantuomo che mai prima di allora aveva tenuto un comportamento simile. Donna Assunta, dopo aver ricevuto ripetute scuse, decide di incontrare nuovamente Almirante vicino a Montecitorio, nel noto bar ‘Giolitti’ dove le consegna una bellissima lettera d’amore, la prima di una lunghissima seria, grazie alla quale fa breccia nel cuore della sua amata.

Donna Assunta Almirante

Nel 1951 lei si separa e si trasferisce a Roma con i figli, rinunciando a tutti i beni del marito, mentre Almirante ottiene il divorzio da sua moglie in Brasile. Sette anni dopo nasce la loro prima e unica figlia, Giuliana, che prende il cognome de' Medici perché l’ex marito di Donna Assunta decide di riconoscerla ed evitare così che venga considerata una figlia illegittima. Almirante e Donna Assunta si sposeranno solo nel 1969 in chiesa, con matrimonio secondo rito di coscienza, perché in Italia non era ancora stato introdotto il divorzio, e dato che lui aveva divorziato all’estero, non si sarebbe potuto fare altrimenti. Donna Assunta rimane accanto al marito fino alla sua morte, anche negli anni più tragici della storia italiana, i cosiddetti ‘anni di piombo’, quando “non potevi camminare, non potevi concederti il lusso di una passeggiata serena perché – si legge nel libro - dovevi necessariamente guardarti alle spalle: addirittura il mio conto corrente era fatto con altro nome, per il timore di ritorsioni violente nei confronti della banca”.

I giudizi sul 'delfino' Gianfranco Fini

Il fondatore dell’Msi, prima di morire, passa il testimone a Gianfranco Fini. Una scelta che, come spiegherà più volte Donna Assunta, era stata fatta su suo espresso consiglio. “Giorgio mi stimava, diceva che avevo fiuto e sapeva che non sbagliavo quando gli suggerii Gianfranco. E così anche contro i vecchi del partito e contro un’infinità di dirigenti che non digerivano Fini, accettò il mio consiglio”, si legge ancora nel libro. A distanza di anni, soprattutto dopo la svolta di Fiuggi, Donna Assunta ammetterà più volte di essersi sbagliata, anche a seguito della nota vicenda della ‘casa di Montecarlo’. Bisogna ammettere che, sulla tragica parabola politica di Fini, Donna Assunta è stata una buona profetessa fin dalla nascita del Pdl. Nel 2009, nel corso della trasmissione Otto e mezzo condotta da Lilly Gruber, dice: “I presidenti che vanno alle Camere finiscono con l’essere dimenticati. Penso che nemmeno per Gianfranco Fini sia un posto di privilegio. È considerata la Terza carica dello Stato ma, a mio avviso, porta iella perché quelli che erano Presidenti della Camera sono spariti tutti”.

Mai previsione è stata più azzeccata. Passano pochi mesi e, quando Fini rompe con Berlusconi, arriva una nuova mazzata:“Ma quale Futuro e Libertà? Su che cosa lo poggi il futuro? Sul tradimento che ha fatto col Msi? Lui non ha nessuna colpa, si lascia facilmente convincere…”, dice intervistata da ilfattoquotidiano.it a cui rivela: “Il predestinato a diventare segretario del Msi era l’onorevole Trantino. Oggi ho il rimorso, me ne sono pentita e mi sento responsabile di aver consegnato il partito a Fini”. Dopo l’arresto di Giancarlo Tulliani a Dubai, Donna Assunta aveva espresso un giudizio anche più duro sulla vicenda della casa di Montecarlo arrivando a dire: “Mi sa che Anna Maria starà finalmente brindando, nella tomba…”. E, infine, aveva sentenziato:“Solo Gianfranco Fini sa la verità, ma ormai purtroppo non credo più che la dirà.

Però, lo stesso, gli faccio mille auguri”.

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