«Metta una firma qui» è una frase che ci sentiremo dire sempre meno spesso. Negli Usa questo mese Visa, Discover, Mastercard hanno annunciato che non sarà più obbligatorio firmare per pagare con la carta di credito. E se avete una American Express la novità vale anche per voi, perché la disposizione in questo caso è planetaria. Walmart e Target, colossi della distribuzione americana, adotteranno la novità da subito: la firma è un inutile spreco di tempo. Il chip, che ha gradualmente sostituito la banda magnetica, quella che si «strisciava», è più che sufficiente per identificare in modo univoco una transazione, cosa che la banda magnetica non faceva, da qui la necessità della firma del possessore. Un addio con i fiocchi visto che la richiesta della «firmetta» è uno standard fin dalla nascita delle carte di credito negli anni '50 del Novecento.
Certo, scrivere il proprio nome su un foglio è una pratica in declino da tempo. Le lettere a parenti e amici sono un ricordo del passato, e le cartoline dalle vacanze sono in via di estinzione. Pure alla richiesta di autografo a personaggi famosi si preferisce un selfie, da postare al volo sui social. Sarebbe destinato a un prepensionamento forzato anche un metodo ben più moderno di identificazione, la famigerata password. Alzi la mano chi non se l'è mai dimenticata. C'è chi l'ha nascosta in cassaforte, e chi si confonde quella della banca con quella del registro elettronico dei figlio. Una scocciatura ancora per poco perché il World Wide Web Consortium, l'organismo che controlla gli standard nel web, raccomanda già di passare a metodi più sicuri di autenticazione.
Firma e password sono insomma usanze arcaiche nell'odierna società digitale, e sono ben altri i metodi in grado di proteggerci da hackeraggi, clonazioni e attacchi informatici. Sempre più saremo noi stessi a identificarci, o meglio le nostre caratteristiche fisiche, riconosciute tramite sistemi di riconoscimento biometrico che li confrontano con dati precedentemente acquisiti. Ecco quelli già oggi in uso.
COME I CARCERATI
Il sistema più antico di identificazione in analogico, l'impronta del polpastrello, è anche quello più utilizzato. Sdoganato dagli smartphone, a Singapore è usato da più di un abitante su due per accedere al conto in banca. In alcuni bar e negozi di Londra si paga con un dito, ma rilevando il sistema di vene che percorrono l'indice, anch'esso unico.
APRI L'OCCHIO
In Cina è una pratica abbastanza comune pagare via totem presso grandi catene di ristoranti come, tra gli altri, Kfc: è possibile identificare sia la retina sia l'iride.
SENTI UN PO'
Molti non le amano trovandole troppo grandi, piccole, frastagliate, ma pochi sanno che anche i nostri padiglioni auricolari sono talmente unici da poter essere usati per identificarci. Perfetti per sbloccare lo smartphone appoggiandolo all'orecchio.
SORRISO O VISO
Sempre in Cina ma anche in California in una catena di hamburger si può pagare con un sorriso. Ma la scansione in 3d del viso è utilizzata anche per più controversi fini di sorveglianza: in un parco di Pechino è servita per prevenire i furti di carta igienica.
BASTA LA PAROLA
La voce è il sistema più immediato per identificarsi e può essere riconosciuta usando un'«impronta vocale» memorizzata.
Con la voce si prendono i biglietti dalle macchinette nella metro di Shangai e si può accedere alle proprie informazioni mediche.E non è finita: nel futuro prossimo saremo riconosciuti dal nostro odore, dal modo in cui camminiamo o usiamo la tastiera. Senza via di scampo.
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