Milano - Dei Craxi aveva il carattere: donna discreta ma ruvida. Non una bella statuina, da incorniciare nelle foto ufficiali, ma una signora laureata in giurisprudenza, cresciuta a pane e politica, sempre pronta a sferrare giudizi impietosi. Ad esempio sui nani e le ballerine che avevano funestato il partito socialista. Rosilde Craxi, sorella di Bettino e moglie dell'ex sindaco di Milano Paolo Pillitteri, è morta all'età di 77 anni. Era la più piccola dei tre figli di Vittorio, l'avvocato arrivato a Milano da Messina, e Maria, una popolana che veniva da una famiglia di agricoltori del Lodigiano. Papà Vittorio aveva lo studio nella strategica via Podgora e qui passavano personaggi del calibro di Sandro Pertini e Lelio Basso. Era ancora lontanissima l'epoca in cui nel vicinissimo Palazzo di giustizia sarebbe esplosa Mani pulite e Di Pietro sarebbe partito all'attacco della famiglia. Stroncando le carriere di Bettino, morto poi nell'«esilio» di Hammamet, e di Paolo, inseguito dagli avvisi di garanzia.
Si può dire che Rosilde - che portava fin nel nome la memoria della nonna Ildegonda, fra le prime a creare una scuola Montessori - sia cresciuta dentro l'album del socialismo italiano; fu peregrinando fra una sezione e l'altra che incrociò il futuro marito: Paolo Pillitteri era malato di politica e cinema, ma in gioventù era socialdemocratico. Poi finì per convertirsi alla linea riformista del cognato e ne segui la parabola. Fino al culmine, intorno al 1986-87: Rosilde aveva il marito primo cittadino della metropoli che usciva dal buio cupo degli anni Settanta e scopriva grazie alla moda una dimensione internazionale, e il fratello premier.
Ma la signora Pillitteri non era personaggio da rotocalco, orgogliosa ma non presenzialista, non aveva gli artigli arroganti irrobustiti dalla consuetudine col potere. Partecipava alla vita pubblica del consorte ma preferiva stare un passo indietro, secondo un'impostazione da vecchia scuola che oggi si è un po' persa. Semmai guidava Paolo dalle retrovie, dalla casa di via Marcona, sempre dalle parti di Porta Vittoria, cosi come Anna seguiva Bettino dal quartier generale di via Foppa. Del resto le due famiglie erano complementari e anche i figli si frequentavano: Bobo e Stefania hanno condiviso infanzia e adolescenza con Mariavittoria e Stefano che poi sarebbe stato afferrato dal demone di famiglia, fino a diventare assessore nella giunta Moratti.
Ma ormai quel mondo era andato in pezzi: l'arresto di Mario Chiesa segna la fine della Milano craxiana e pillitteriana. Dietro le quinte Rosilde soffre ma il suo dolore resta privato. La storia viene afferrata dalla cronaca giudiziaria, lei scompare dai radar.
Anche se resta a Milano, a differenza di Anna che oggi abita ad Hammamet. A gennaio era morto Antonio, il terzo dei fratelli, quello che era andato in India a cercare la giusta ispirazione. Ora, in punta di piedi, se n'è andata anche lei.
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