Adesso l'Italia si prende anche i profughi che Malta non vuole

Il ministro Abela: "C'è un accordo con Roma". E infatti l'arcipelago accoglie solo 93 migranti

Adesso l'Italia si prende anche i profughi che Malta non vuole

L'Italia salva tutti nel Mediterraneo e li porta a casa, anche i migranti sui barconi che dovrebbero venire recuperati da Malta finendo sull'isola.

La conferma arriva da alcuni frasi che martedì si è fatto sfuggire con la stampa locale il ministro dell'Interno maltese, Carmelo Abela. Fra Roma e La Valletta esiste un'«informale collaborazione» sul recupero da parte italiana dei migranti. «C'è stata una matura decisione dell'Italia di occuparsi di tutti gli sbarchi», ha aggiunto il ministro. Poche ore dopo ha fatto marcia indietro, ma oramai la frittata era fatta. «I nostri centri di accoglienza sono praticamente vuoti. Sapevamo che c'era un accordo segreto con Roma per far sbarcare i migranti a casa vostra, ma è la prima volta che salta fuori ufficialmente», spiega una fonte del Giornale a Malta.

E in cambio l'Italia avrebbe ottenuto l'inconfessabile. «Nessuno l'ha mai ammesso - spiega la fonte - ma si sospetta che riguardi le trivellazioni off shore dei giacimenti petroliferi al largo della Sicilia, che si sovrappongono alla zona di interesse maltese».

L'unico dato certo è che attualmente l'isola dei Cavalieri ospita 93 migranti arrivati via mare. Nonostante la posizione di Malta e la sua area di ricerca e soccorso si estenda su 250mila chilometri quadrati fra la Sicilia e la Libia fino alla Grecia. In pratica ogni barcone passa in questo trapezio, ma a recuperarli sono le navi italiane ed europee, che li portano casa nostra (da gennaio 121.139 arrivi).

Anche nave Phoenix, di una Ong di filantropi americani con base a Malta, sbarca in Italia i migranti recuperati in mare.

Il giornale maltese Indipendent ha scritto che la flotta maltese «è rimasta praticamente all'ancora tutta l'estate e non ha partecipato ai più imporntati e recenti soccorsi».

Il ministro Abela, prima di far marcia indietro, aveva spiegato che l'accordo sui migranti con l'Italia «non è scritto sulla pietra» e può cambiare a secondo delle circostanze. Uno di questi fattori, secondo la stampa, è «il cambiamento di governo in Italia».

Negli ultimi due anni, da quando è stato nominato premier Matteo Renzi, l'isola dei Cavalieri accoglie sempre meno migranti. Nel 2014 con il boom dei barconi sono stati salvati solo 569 e da gennaio appena 93. Gli stessi migranti che partono dalla Libia vogliono farsi recuperare dagli italiani, che li portano sulla terraferma europea. Il tempo degli accesi scontri con Malta sulla spartizione dei soccorsi è finito. I barconi li prendiamo tutti noi. I buoni rapporti fra i due governi di centro sinistra a Roma e La Valletta hanno giocato un ruolo chiave. Matteo Renzi ha incontrato l'ultima volta il premier maltese Joseph Muscat lo scorso 3 settembre a Firenze, ma non risulta che abbia chiesto come mai a Malta fossero arrivati 93 migranti malgrado sia sulle rotte della Sicilia e da noi oltre 100mila.

Nella serata di martedì il ministro dell'Interno maltese ha fatto marcia indietro sostenendo «che non c'è alcun accordo informale sull'immigrazione con l'Italia» ma solo «una stretta collaborazione per salvare i migranti in mare».

Nell'isola gli addetti ai lavori sono convinti che l'accordo esista e riguardi il petrolio come contropartita.

Nel dicembre 2012 l'allora ministro Corrado Passera del governo Monti dimissionario allargò la zona marina per le trivellazioni petrolifere off shore sovrapponendola a quella de La Valletta. La faccenda ha aperto una controversia internazionale, ma forse verrà risolta grazie a tutti i migranti che sbarcano in Italia e non a Malta.

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