T ra poche ore si vota, finalmente si vota. Chi sostiene che non sia stata una grande campagna elettorale non ha colto il senso rivoluzionario di ciò che in realtà è stato messo sul piatto. Altro che la polemica su fascismo e antifascismo, cioè sul nulla; chi se ne frega del governo preventivo dei grillini e non ci cambierà certo la vita il destino politico di Matteo Renzi. Per i liberali queste possono essere le elezioni della vita, quelle che portano alla più grande riforma del sistema mai fatta dalla fondazione della Repubblica, cioè la riforma del sistema fiscale proposta da Forza Italia e dai suoi alleati. Non una mancia, non un contentino dello zero virgola in meno, ma una autentica rivoluzione che inciderà profondamente sulla vita delle nostre famiglie e delle vostre aziende. Per le famiglie oggi la pressione fiscale è ufficialmente al 43 per cento ma di fatto al 48 (per le imprese oltre il 60). Silvio Berlusconi propone di dimezzarla per tutti. Aliquota unica al 23. Qualcuno ha idea di che cosa significhi, non solo per le nostre tasche? La riforma fiscale è la mamma di tutte le riforme perché apre nuovi scenari in tutti i campi. Meno tasse uguale più consumi per le famiglie e investimenti per le aziende, quindi più occupazione e più benessere. Più benessere vuol dire meno conflitti sociali, meno rabbia da sfogare contro nemici ripescati da una storia che non c’è più. Non è uno scherzo, non è una promessa elettorale. È la visione di un mondo nuovo tutto da esplorare e si può fare. Ma perché si avveri serve un gigantesco sforzo elettorale e al diavolo le delusioni del passato. Non facciamo come il marito che si taglia gli attributi per fare dispetto alla moglie. Può essere la volta buona e un simile treno penso non passi mai più, soprattutto se il Paese finirà nelle mani di statalisti-marxisti travestiti da giovani rampanti. Se domani vogliamo punire la politica inconcludente e fine a se stessa – esercizio sempre nobile – dobbiamo riflettere bene prima di fare cavolate insanabili e autodistruttive. Riflettiamoci. Di chi è la colpa dei nostri problemi? Partiamo dall’origine dei guai, da Napolitano e Monti che hanno truccato prima le carte della democrazia e poi i conti con manovre economiche recessive. Andrebbero puniti, ma ci ha già pensato la storia. Che invece è stata indulgente con i governi di sinistra non eletti, compreso l’ultimo guidato da Gentiloni, che è una brava persona ma non ha saputo, in oltre un anno, dare neppure un tetto ai terremotati o fare funzionare i treni alla prima timida nevicata.
Se davvero vogliamo cambiare, puniamo la sinistra e stiamo ben lontani dai grillini. Noi vogliamo portare a casa la riforma fiscale e pagare la metà delle tasse. Basta un voto, quello di ognuno di noi. Adesso o mai più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.