Agenti feriti in servizio. Sostegno bipartisan alla legge che li tutela

Dopo il caso dell'artificiere mutilato: spese legali, ticket e prestazioni garantite a tutti

Agenti feriti in servizio. Sostegno bipartisan alla legge che li tutela

La politica, per una volta, pare mettersi d'accordo per riconoscere i diritti degli uomini in divisa. I parlamentari di Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d'Italia, Movimento 5 stelle e Gal, hanno accolto con favore il disegno di legge, proposto dal segretario generale del Sap (sindacato autonomo di Polizia), Gianni Tonelli, con cui si chiede, in sostanza, che ai rappresentanti delle forze dell'ordine siano garantiti quei diritti che, come si è potuto vedere con il caso di Mario Vece, l'agente rimasto ferito a Firenze in seguito all'esplosione di un ordigno, finora non erano previsti. Una proposta che anche il Pd valuterà in seguito alla risposta del ministro dell'Interno Marco Minniti, al quale è stata inviata, così come al governo e al capo della polizia, prefetto Franco Gabrielli.

«Un disegno condivisibile - spiega l'onorevole Elio Vito (Forza Italia) - che presenteremo sia alla Camera che, con Maurizio Gasparri, in Senato e che chiederemo sia esaminato e approvato rapidamente, perché è impensabile che la parte più esposta e a a rischio, come sono le forze dell'ordine, non ricevano dallo Stato questo minimo atto a tutela del loro lavoro. Abbiamo, purtroppo, dovuto aspettare il drammatico caso di Firenze. Ci auguriamo, pertanto, che il governo comprenda e abbia la sensibilità di dare una risposta immediata e positiva a questa proposta».

Ed ecco, in esclusiva, in che cosa consisterà. Il Sap, in quattro punti, chiede che si intervenga per «velocizzare il procedimento relativo alla causa di servizio», per «consentire il ristoro delle spese legali sopportate per ragioni di lavoro, anche in ipotesi di assenza di provvedimento di assoluzione, come nel caso di intervenuta prescrizione del reato», per «evitare di caricare i costi relativi ai pagamenti del ticket per prestazioni sanitarie, qualora connessi con infortuni occorsi durante lo svolgimento della propria attività» e per evitare di «addebitare i costi relativi a danni arrecati per colpa grave in servizio».

Nella proposta di legge si chiede che, in caso di riconoscimento della dipendenza delle «infermità», «per iniziativa d'ufficio del procedimento, il questore predisponga un adeguato parere relativo alla vicenda per cui è causa, entro 30 giorni dal verificarsi dell'evento». Inoltre, «qualora risulti che il danno sia di rilevante evidenza», tale da impedire la riammissione in servizio e laddove ci siano ingenti spese da sostenere e vi siano comprovate lesioni, «è possibile procedere senza il parere del comitato». Sarà del capo della Polizia «la competenza esclusiva del riconoscimento della dipendenza di infermità da causa di servizio». Si auspica poi che le commissioni mediche siano «di polizia» e non militari. Si chiede, inoltre, la velocizzazione dei rimborsi per scongiurare la configurazione di un danno da mancato rimborso delle spese legali «per procedimenti connessi con le proprie attività». Si consiglia, quindi, l'esclusione del ticket sanitario «per prestazioni finalizzate a diagnosi di patologie» connesse con infortuni occorsi durante lo svolgimento dell'attività. Infine, si chiede «l'abolizione della responsabilità amministrativo - contabile per colpa grave quando si cagioni il danno in adempimento del proprio dovere». Tonelli si mostra «soddisfatto della risposta della politica» e spiega di esser «convinto che anche il governo prenderà in considerazione questa proposta di buonsenso che ha pochi oneri, ma che è fondamentale per tutti coloro che, vestendo una divisa, espongono loro stessi e le famiglie a disagi e pericoli e che non è giusto paghino il ticket dopo aver preso un pugno in faccia da un delinquente».

Gian Marco Centinaio, Massimiliano Fedriga, Erika Stefani e Nicola Molteni della Lega spiegano che «è il momento di dare una risposta a chi rischia la propria vita per la nostra sicurezza. La politica non può più rimandare».

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