Picchiatori ma con il reddito di cittadinanza. Mentre continuano gli interrogatori dei carabinieri di Colleferro, la Gdf setaccia il patrimonio e le attività dei fratelli Bianchi e dei loro amici. I quattro arrestati, di cui tre totalmente sconosciuti al fisco, percepirebbero 700 euro dal 2019.
Ancora da chiarire con quale denaro Gabriele ha aperto, a giugno, un negozio di ortofrutta a Cori. «Ho sfidato la crisi provocata dal lockdown», aveva detto Gabriele Bianchi, il fratello più alto, quello con «Proteggi la famiglia» tatuato sugli addominali, davanti alle telecamere del Tg3. Si sentiva un imprenditore modello per tutta la Ciociaria, Gabriele, ma con precedenti per spaccio di droga e lesioni. E una brutta fama, quella di «menare le mani» su commissione. Il caso sarebbe stato già segnalato all'Inps per la restituzione del denaro percepito indebitamente. «La chiamiamo la banda di Artena - raccontano a Colleferro -. Quando arrivano loro ce ne andiamo noi. Con quelli succede sicuramente qualcosa». Stessa storia il fratello Marco, campione italiano di MMA, Martial Mixed Arts, una disciplina mai riconosciuta dal Coni, anche lui nei guai anni addietro per droga, insegnante di arti marziali in una palestra di Lariano. Un centro sportivo, il «Millennium Fit Village» chiuso nei giorni scorsi da polizia e carabinieri per una serie infinita di irregolarità. Due lavoratori al nero, violazioni igienico sanitarie e di sicurezza sul lavoro, norme antincendio inadeguate (estintori scaduti, manichette non funzionati) e persino l'ipotesi di legionella nell'acqua. Tanto da far prelevare alla Asl vari campioni da analizzare.
Francesco Belleggia, anche lui esperto di karate, e Mario Pincarelli, risulterebbero nullatenenti e nullafacenti per i Baschi Verdi. Belleggia sarebbe stato di nuovo interrogato, ieri pomeriggio, dal pm Luigi Paoletti della Procura di Velletri nella caserma di piazza Italia, a Colleferro. Un supplemento di indagine alla luce anche di nuove testimonianze che indicherebbero Belleggia parte attiva nel pestaggio contro Willy Monteiro Duarte. Belleggia, nonostante un avambraccio ingessato, è il primo a scatenare la lite furibonda spingendo Federico Zurma, il compagno di scuola di Willy, giù per le scale del «Due di Picche». Eppure avrebbe calmato gli animi, prima di fuggire: «Mi sono sbracciato per scappare», dice. È anche lui il principale accusatore dei Bianchi e di Pincarelli: «Marco Bianchi va verso Willy e gli tira un calcio - mette a verbale - e lui cade all'indietro. Bianchi Gabriele picchia l'amico di Willy (Matteo Larocca o Marco Romagnoli ndr). () cade sulla macchina e Gabriele si dirige verso l'amico di Willy picchiandolo». Belleggia, a questo punto, non avrebbe assistito alla fase più violenta del pestaggio. Una volta all'interno del Suv dei Bianchì, di ritorno verso Artena («non sapevo come tornare a casa», dirà), nel ricostruire il pestaggio mortale gli riferiscono che è Pincarelli a colpire ripetutamente Willy quando si trova a terra. «Mario era accanto a me - racconta Belleggia -, tutti in macchina dicevano che i pugni a Willy li aveva dati Pincarelli. Io non ho visto i colpi di Mario. Mi sono allontanato quando ho visto Willy cadere. E anche i Bianchi». Versione messa a confronto con quelli di altri testimoni che dicono il contrario. Sarebbe Gabriele e non Marco a picchiare per primo Willy. I due, poi, lo massacrano di botte assieme a Pincarelli.
Secondo molti sono in quattro a calpestarlo e a riempirlo di pugni e calci quando era a terra senza respiro.
Il quarto picchiatore è lo stesso Belleggia o Vittorio Edoardo Tondinelli, sceso dal Suv dopo i Bianchi? Alle 3,40 i sei nascondono il Suv sul largo Cristoforo Colombo e si dirigono a piedi al Nai Bistrot dove li attendono i carabinieri.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.