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Aiuti anti Covid nel caos. In arrivo un "Ristori ter"

Il M5s chiede il censimento delle attività escluse e più risorse. Confedilizia: via le tasse sugli affitti

Aiuti anti Covid nel caos. In arrivo un "Ristori ter"

Tre settimane senza neanche una riga. Da venti giorni il Parlamento attende invano il testo della manovra 2021 che il governo dovrebbe presentare ufficialmente domani o, al più tardi, sabato. L'ingorgo causato dai due decreti Ristori a cui se ne aggiungerà prossimamente un terzo ha rallentato l'attività del ministero dell'Economia. Ieri, tuttavia, la conferenza dei capigruppo della Camera ha raggiunto un'intesa «politica» che dovrebbe semplificare l'iter. L'assemblea di Montecitorio potrebbe votare il nuovo scostamento di bilancio (si ipotizzano almeno altri 20 miliardi di deficit) il 25 novembre. Successivamente le commissioni Finanze e Bilancio avranno qualche margine per emendare la manovra che arriverà in aula all'inizio del prossimo mese. Fiducia sul maxiemendamento del governo entro metà dicembre e approvazione lampo del Senato a fine mese. A Palazzo Madama, invece, resterà il capitolo dei tre dl Ristori.

Il problema è che, nonostante il dimezzamento delle competenze, i provvedimenti non vanno al di là della logica dell'indennizzo, scontentando le categorie escluse. Ecco perché ieri i deputati M5s della commissione Finanze hanno chiesto «un rapido censimento» delle imprese rimaste senza aiuti e con lo spettro delle nuove scadenze fiscali auspicando «un nuovo intervento a fondo perduto che le riguardi, prima della manovra» e «un rinvio e, nel caso, anche la cancellazione di alcuni adempimenti» relativi al Fisco. Sulla stessa linea anche Confedilizia che insiste sulla necessità di sgravare «l'Irpef sul canone di locazione che il proprietario immobiliare non riceve dall'esercente. Perché il Governo non elimina questa palese iniquità?», ha domandato l'associazione su Twitter. In una memoria inviata in Parlamento dal direttore generale di Bankitalia, Daniele Franco, invece, ci si interroga sull'opportunità di «garantire un adeguato bilanciamento tra la tutela di famiglie e imprese in difficoltà e i diritti dei proprietari o creditori» relativamente al blocco dei pignoramenti. Idem per lo stop ai licenziamenti che, invece, richiederebbe «una organica riforma degli ammortizzatori sociali» giacché il congelamento degli esuberi può «accrescere le disuguaglianze sul mercato del lavoro» limitando le opportunità di impiego dei giovani.

E mentre il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, promette che «in manovra ci saranno risorse a regime per gli asili nido, da rafforzare poi con i fondi del Recovery plan, e le decontribuzioni per le assunzioni delle donne», il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi ha lamentato che «ad oggi non abbiamo una bozza su cui discutere» e invece si dovrebbe «intervenire subito per il rilancio della crescita». Una chiusura al dialogo denunciata anche da Giorgio Mulé, portavoce dei gruppi parlamentari di Fi. «Da parte del premier Conte e del governo non è stato fatto un passo nella direzione della collaborazione auspicata dal presidente Berlusconi: abbiamo presentato delle proposte concrete dopo aver ascoltato più di 150 categorie dei settori più colpiti.

Nessuna risposta».

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