Cronache

Alberto esce dal coma: "Dov'è Giulia?" Il padre: "Adesso non criminalizzatelo"

Il giovane ancora non sa che la ragazza è morta nell'incidente: oggi si celebrano i funerali. Lui è indagato per omicidio stradale

Alberto esce dal coma: "Dov'è Giulia?" Il padre: "Adesso non criminalizzatelo"

Patricia Tagliaferri

Il suo primo pensiero, dopo il buio del coma, è stato per lei, la sua fidanzata: «Ditemi come sta Giulia». Ma era troppo presto per la verità. E nessuno, ancora, gli ha detto che Giulia è morta nell'incidente di venerdì scorso lungo la Treviso Mare, a Musile di Piave, in provincia di Venezia.

Al volante della Mercedes uscita di strada c'era lui, Alberto Antonello, 19 anni. Fino a qualche giorno fa era soltanto il fratello di Andrea, il ragazzo autistico conosciuto grazie al suo papà, un imprenditore di Castelfranco Veneto che ha dedicato completamente la sua vita a quel figlio maggiore chiuso nel suo mondo, lasciando anche il lavoro per stargli dietro. Una storia che ha ispirato il film di Gabriele Salvatores, «Tutto il mio folle amore», presentato all'ultima mostra di Venezia e sugli schermi in questi giorni, il racconto di un viaggio avventuroso in Harley Davidson, papà e figlio, in moto, per tre mesi in Sud America.

Lunedì pomeriggio i medici hanno deciso di risvegliarlo dal coma farmacologico e subito Alberto ha chiesto della sua ragazza. Era agitato, al punto che i dottori dell'ospedale di Mestre hanno preferito sedarlo nuovamente. Perché certe cose si sentono, si percepiscono anche se nessuno ha avuto ancora il cuore di dirtele.

Toccherà ai genitori, quando sarà il momento, trovare le parole per spiegargli che Giulia Zandarin non ce l'ha fatta. Aveva 18 anni ed una di famiglia per loro. Questa mattina si celebra il suo funerale, nel Duomo di Castelfranco Veneto, dove i due fidanzati vivevano insieme da qualche mese, a poca distanza dagli Antonello. Servirà una grande forza per superare non solo il dolore, ma anche i sensi di colpa per quello che è accaduto. «Non bisogna criminalizzarlo», lo difende il papà. «Non si può distruggere un ragazzo per una canna e per un colpo di sonno. Non si può dimenticare il buono che ha fatto fino ad oggi. Pensate che forse la morte non sia una punizione sufficiente anche per noi? Giulia era un membro della nostra famiglia», ribadisce parlando con Il Mattino di Padova. Adesso lui, il papà coraggio, si sente annientato. Adesso, racconta, è Andrea a rincuorarlo. Alberto intanto è indagato per omicidio stradale. Una perizia dovrà chiarire la dinamica dell'incidente. Le sue condizioni fisiche stanno migliorando, tanto che ieri è stato trasferito all'ospedale di Castelfranco Veneto, vicino casa. Per le ferite dell'anima ci vorrà tempo.

L'incidente è avvenuto la notte di Halloween. Alberto viene fermato dalla polizia. In auto ci sono altri quattro amici, uno più del consentito, e in tasca gli viene trovata una piccola dose di hashish. Per un neopatentato come lui, oltre alla multa, c'è il ritiro della patente. Con il permesso provvisorio per tornare a casa, però, come previsto dalla legge. Alberto e Giulia decidono ugualmente di raggiungere la discoteca King's di Jesolo. Ballano, si divertono, fanno tardi. È già mattino quando decidono di tornare a casa, a Castelfranco.

Sulla Treviso Mare la tragedia. In corrispondenza di una curva l'auto di Alberto finisce fuori strada. Uno schianto violento. Lui va in coma, la ragazza muore. Dai primi accertamenti risulta che il giovane aveva un tasso alcolemico di 0,76, l'esito degli esami tossicologici ancora non c'è. Ma la dinamica dell'incidente è ancora tutta da scrivere.

Alberto potrebbe aver avuto un colpo di sonno.

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