Roma Il tramonto del Servizio sanitario nazionale è annunciato per la fine del 2025. Si profila un futuro con meno assistenza per carenza di personale: un italiano su tre senza medico di famiglia e una carenza complessiva tra ospedalieri e convenzionati di oltre 55.000 medici. Si sono moltiplicati nelle ultime settimane gli appelli dei camici bianchi: la categoria rischia l'estinzione per il micidiale combinato disposto del blocco del turn over, dell'innalzamento dell'età pensionabile e del numero chiuso nelle facoltà di Medicina. Quest'ultimo elemento, test di ingresso per la selezione, è stato applicato senza una programmazione sui posti vacanti in una prospettiva temporale di largo respiro. Il primo risultato, già evidente da qualche anno, è l'invecchiamento: un medico su due ha più di 55 anni. Quando la generazione del baby boom (i nati negli anni '60/'65) arriverà alla pensione ambulatori e corsie d'ospedale si svuoteranno.
A lanciare l'allarme proprio i medici di famiglia che durante il congresso della FIMMG, Federazione Italiana dei medici di famiglia, hanno diramato di dati dell'Enpam (Ente previdenziale di categoria). Entro il 2023 circa 21.700 medici di base andranno in pensione e se non si inverte la tendenza ne mancheranno circa 16.000 all'appello. Visto che ogni medico di famiglia ha circa 1.200 pazienti, un italiano su tre potrebbe non avere più il medico di medicina generale. Le Regioni con il picco di pensionati saranno la Lombardia, 2.776; il Veneto, 1.600; il Piemonte, 1.173. Colpa anche del sistema di formazione. Una volta conseguita la laurea in Medicina per diventare medico di base occorre seguire corsi organizzati a livello regionale a numero chiuso. In media ogni anno in Italia accedono al percorso per diventare medico di medicina generale un migliaio di giovani che non sono sufficienti a coprire le uscite: i medici che vanno in pensione annualmente sono circa 3.000, dunque il triplo.
Dati preoccupanti che però non riguardano soltanto il settore dei medici di famiglia. Anche il sindacato degli specialisti ambulatoriali Sumai prevede una debacle del Ssn. Nel 2025 con i pensionamenti i medici specialisti, tra ospedalieri e convenzionati si ridurranno di oltre 55.000 unità, ovvero il 40 per cento della categoria. Dati preoccupanti riportanti anche in un'interrogazione parlamentare rivolta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e a quello dell'Istruzione, Stefania Giannini, da Giuditta Pini, Pd, per capire se questo governo intenda prendere provvedimenti per mantenere la figura del medico di famiglia o se invece si vada in altre direzioni.
Al di là delle facili promesse il settore del Servizio sanitario nazionale sembra destinato a subire ancora tagli lineari ed è dunque sempre in un ottica di risparmio che si parla da anni di potenziare l'assistenza sul territorio con ambulatori in grado di offrire tutte le prestazioni essenziali: visite specialistiche ed esami diagnostici. Se ne parla soltanto però.
Anche nell' Atto di indirizzo per la medicina convenzionata siglato tra governo e regioni nella scorsa primavera si è passati dalla promessa di una copertura assistenziale da parte dei medici di famiglia h 24 (peraltro mai mantenuta in realtà a parte qualche isola felice) alla promessa di copertura h 16 dal lunedì al venerdì ed h 12 il sabato e domenica.La futura carenza di medici non è un problema soltanto italiano. Le proiezioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità indicano che nel 2028 mancheranno 60.000 medici rispetto al fabbisogno della popolazione Ue.
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