Riccione, lo "sballo" abita qui. "Trovi la droga senza cercarla"

Una pastiglia di ecstasy in discoteca costa meno di 20 euro. "È pieno di gente che ti propone qualsiasi cosa". E il questore chiude il Cocoricò per quattro mesi

Cocoricò, foto d'archivio
Cocoricò, foto d'archivio

Nostro inviato a Riccione (RN).

Arrivano in gruppo di dieci-quindici, ad ogni ora del giorno, soprattutto nei fine settimana. Li vedi in viale Ceccarini a Riccione a trascinare i loro trolley. È il popolo dello sballo, ragazzini dai 14 ai 18 anni, venuti apposta da tutta Italia nella capitale delle disco per divertirsi a ogni costo. Anche a quello di stare male o peggio, come è successo a Lamberto Lucaccioni il sedicenne di Città di Castello morto a metà luglio per overdose da ecstasy fatto per il quale ieri il questore ha disposto la chiusura del Cocoricò. Per quattro mesi.

Perché trovare la droga a Riccione è facilissimo. «Cinque volte sono andato al Cocoricò e cinque volte sono riuscito a procurarmi la droga. Non si tratta di avere un fornitore fisso, capita che te la offrano. È pieno di personaggi che si avvicinavano proponendoti di acquistare vari tipi di droga», raccontano i ragazzi. Sudati ed euforici, contenti di trovarsi qui per la prima volta: Pascià, Villa delle Rose, Byblos, Peter Pan, Prince. Ma mentre alcune di queste raccolgono un pubblico più adulto è sempre e solo il «Cocco», come lo chiamano qui, a concentrare il maggior numero di adolescenti pronti a tutto per sballare. Certo, la musica electro-house negli eventi «diabolika» nonché le sale chiamate «Morphine» e «Ciao Sex» non contribuiscono a migliorarne la fama. È proprio in mezzo alle piste e nei bagni che si concentrano gli spacci. L'ecstasy è la droga che tutti cercano, una dose da 0,30 sciolta in mezza bottiglietta d'acqua basta per mandarti di fuori fino all'alba. E costa pochissimo: 15-20 euro.

E procurarsela non è affatto difficile, già dall'arrivo alla stazione, poco prima dell'ingresso in discoteca. Molti descrivono un ragazzo napoletano, abbronzato e palestrato. «Lui ha sempre con sé bustine di hashish e di Mdma (la sigla della sostanza stupefacente, ndr ) della stessa partita che ha ucciso Lamberto». Per comprare la droga spesso i ragazzi usano i soldi che i genitori danno loro per andare al mare a ballare. Poi programmano la serata al Cocoricò assieme alla loro compagnia di amici, anche femmine. Spesso fanno da collegamento i pierre riccionesi del locale, contattati su Facebook per ottenere sconti sull'entrata e sulle consumazioni. Gli stessi che ogni giorno bivaccano su viale Ceccarini distribuendo inviti o vendendo pre-ingressi comprese offerte sui super alcolici come gli «shortini» di vodka da pochi euro.

Ma il luogo principale dello spaccio dell'ultima dose resta sempre la discoteca. A prova di questo, ieri in procura è arrivata una lettera anonima nella quale vengono svelati i peccati commessi sotto la Piramide. Viene descritta una tipica serata del Cocoricò dove, tra migliaia di persone che superano di gran lunga la capacità ricettiva del locale, la musica continua abbondantemente dopo gli orari consentiti, gli alcolici vengono serviti anche dopo le 3 a ragazzini minorenni già ubriachi e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti acquistate in pista. Lo staff della discoteca smentisce: «Da anni portiamo avanti una battaglia in tema di prevenzione dei reati. Non può dirsi certo colpa del locale, quel fatto sarebbe potuto capitare in qualsiasi altro luogo pubblico o privato». E la pensa così anche quel ragazzo che nel 2011, per essersi fatto di ecstasy durante la festa al Cocoricò per i suoi 18 anni, ha subito il trapianto del fegato: «Capita che te la offrano ma sta a te dire di no. Il locale non ha responsabilità. Non possono controllare tutti. Nelle discoteche di Milano gira il doppio della droga. Io sono quello che ha avuto culo. Sa quante volte mi sono dato del pirla? Consiglio di andare dietro alle ragazze senza perdere tempo con quella robaccia». Parole sante.

Il sindaco della cittadina, Renata Tosi è fermamente convinta del suo impegno «a contrastare ogni forma di eccesso.

Non smetteremo mai di vigilare né di intervenire con forte determinazione». Chissà perché allora al «Cocco», oggi come vent'anni fa, succede che un ragazzino muoia solo per essere stato una sera a ballare con gli amici.

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