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"Qui in Toscana un risultato storico, erano 78 anni che vinceva la sinistra"

Non come a Pisa, dove il centrodestra ha mancato il successo al primo turno per appena 15 voti, ma anche a Poggio a Caiano (9.900 abitanti in provincia di Prato) le elezioni si sono giocate sul filo di lana

L'incontro di qualche giorno fa fra il nuovo sindaco di Poggio a Caiano e il ministro Sangiuliano
L'incontro di qualche giorno fa fra il nuovo sindaco di Poggio a Caiano e il ministro Sangiuliano

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"Qui in Toscana un risultato storico, erano 78 anni che vinceva la sinistra"

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Non come a Pisa, dove il centrodestra ha mancato il successo al primo turno per appena 15 voti, ma anche a Poggio a Caiano (9.900 abitanti in provincia di Prato) le elezioni si sono giocate sul filo di lana. L'ha spuntata Riccardo Palandri, 56 anni, con il 50,74% e 61 voti di differenza, strappando il Comune alla sinistra.

Lei ha vinto conil 50,74%, con sessantuno voti di differenza. Ci racconta che serata è stata quella dello spoglio?
«Siamo sempre stati in testa, fin dall’inizio. Sapevamo che lo scarto sarebbe stato minimo, il sindaco uscente, del resto, aveva i suoi numeri. Ma c’è un dato che mi preme sottolineare…».

Prego...
«Rispetto al 2018 abbiamo recuperato quasi 800 voti. Il centrodestra la volta scorsa perse infatti di 750 voti».

Erica Mazzetti, parlamentare di Forza Italia, ha parlato di vittoria storica. Che sapore ha questo successo?
«Erano 78 anni che governava la sinistra. È una bella sensazione quella che provo, riesco a capirlo solo ora, a mente fredda. Del resto per me è una novità assoluta. Non ho mai fatto politica, fino a tre mesi fa ero impegnato, ogni giorno, col mio lavoro di agente di commercio».

Qualcuno ha evidenziato l’importanza dell’unità del centrodestra. Ritiene che grazie ad essa si possa aprire brecce anche altrove?
«In queste elezioni abbiamo marciato uniti, grazie all’unione di ben sette partiti di centrodestra, una novità quasi assoluta. Si sono uniti tutti intorno a un progetto condiviso insieme ad una lista civica, la mia. Nella lista c’erano otto candidati civici e quattro esponenti di partito. Partivamo da un dato importante, il 60% preso dal centrodestra alle ultime politiche. Però era fondamentale non dividersi, e così è stato».

Tra i suoi impegni presi in campagna elettorale un centro sportivo polifunzionale, la promozione dell'immagine di Poggio e della Villa Medicea e alcune misure sulla viabilità. Mi può dire su cosa baserà la sua azione amministrativa?
«Dobbiamo puntare soprattutto sul turismo e sul rilancio, anche internazionale, della splendida Villa Medicea. Sulla viabilità le dico solo una cosa: se tutti ne parlano, vuol dire che i problemi ci sono. Il Polo sportivo, invece, è una bella scommessa nostra. Desideriamo apportare un bel cambiamento nell’amministrazione del nostro Comune, senza cose strabilianti, ma affrontando i tanti piccoli problemi che i cittadini hanno di fronte tutti i giorni».

Il segretario del Pd, Marco Biagioni, per giustificare la sconfitta ha tirato in ballo il Covid (“la pandemia ci ha insegnato che gli scenari cambiano rapidamente e talvolta possono cambiare anche a svantaggio di amministratori capaci e presenti come Francesco Puggelli”). Come si è arrivati a questo ribaltone elettorale? Su cosa ha soffiato di più la voglia di cambiamento?
«Il Covid sicuramente non ha dato una mano agli amministratori. Ma non solo qui a Poggio a Caiano. Noi abbiamo deciso di puntare su un programma semplice, oserei dire ordinario, il sindaco uscente invece ha basato tutto su opere faraoniche, molto dispendiose. Il problema è che in tante realtà come la nostra i problemi dei cittadini vanno avanti per troppo tempo senza trovare soluzione. E i cittadini chiedono, prima di tutto, di risolvere questi problemi, per troppi anni ignorati».

Lei si sente più di centro, di destra o civico?
«Ho sempre votato e preso le mie decisioni politiche, ma mi considero prima di tutto un esponente civico».

Un suo grande concittadino del passato, Filippo Mazzei, amico di alcuni tra i primi presidenti Usa (Washington, Adams e soprattutto Jefferson), è conosciuto poco in Italia. Ha in mente qualcosa per porvi rimedio?
«Come le dicevo prima desideriamo puntare sulle nostre ricchezze e tra queste ci sono anche i grandi personaggi del passato legati al nostro territorio, come Mazzei, sicuramente, ma anche, ad esempio, Ardengo Soffici, di cui abbiamo un bellissimo museo. Dalle nostre parti vengono tanti turisti americani, e di altri paesi. Vogliamo offrire loro il meglio come offerta turistica e come qualità dei servizi, certi che la valorizzazione del nostro territorio sia imprescindibile per una realtà come la nostra».

Si sente di dire grazie a qualcuno?
«A tutta la lista che ha lavorato con me. Persone del paese, che si sono messe in gioco e rimboccate le maniche rendendo possibile questo nostro grande risultato.

Grazie a tutti loro».

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