Non ne poteva più di leggere lamentele sul cibo troppo frugale, sui futon troppo sottili, sul riscaldamento troppo basso. Così un giorno, dalla sua stanza all'interno del tempio buddista di Sekishoin, vicino a Osaka, in Giappone, si è seduto al computer e si è creato un profilo su Tripadvisor e Booking.com. E si è messo a rispondere a tono a tutte le recensioni negative lasciate dagli ospiti sui due portali utilizzati per prenotare i soggiorni e, soprattutto, per commentarlo una volta tornati a casa. Nella speranza di mettere in riga l'orda di «turisti occidentali arroganti» che arrivano al monastero e «pensano di essere ospiti di un hotel a sei stelle».
Daniel Kimura, 30 anni, è nato negli Stati Uniti ma vive in Giappone da quando ne ha 15. È un monaco della scuola buddista Shingon e da una decina d'anni lavora nel shukubo - tempio con foresteria - di Sekishoin sul monte Koya, considerato uno dei luoghi più sacri del Giappone e uno dei maggiori centri monastici del Paese. Da quando il luogo è stato inserito nella lista dei siti patrimonio dell'umanità dell'Unesco, nel 2004, è iniziato l'assalto del turismo di massa. Anche nella struttura dove vive, prega e lavora Kimura. Che, se da un lato si sostiene economicamente proprio grazie a quel tipo di turismo, dall'altro ha deciso di dire basta ai visitatori maleducati. Anche con toni non esattamente da monaco.
«Il cibo era strano, diverso da qualunque cosa che avessi mai provato», ha scritto un ospite su Booking.com. «Certo che lo è. È cucina monastica giapponese, stronzo maleducato», la replica del religioso. A un altro, che lamentava la mancanza di una guida che spiegasse le tradizioni del luogo, Kimura ha chiesto perché non si rasasse la testa e non diventasse monaco, dato che dimostrava tutto quell'interesse. All'utente scontento della «puzza di fumo nei corridoi», il buddista ha ricordato lapidario che «si tratta di incenso». Replica fulminante anche all'ospite che ha definito «deludente» la cerimonia mattutina, «che consiste solo in tre monaci che pregano da soli»: «Non hai capito niente di quello che stava succedendo - ha scritto Kimura -. E comunque non ti riguardava».
La serie di risposte al vetriolo del religioso, diffuse su Twitter dalla giornalista canadese Melissa Martin, in pochi giorni hanno fatto 16mila retweet e 35mila like. Sentito dal quotidiano britannico Guardian, Kimura si è detto dispiaciuto per le offese rivolte ai visitatori e ha promesso di «abbassare i toni». Ma ha anche ribadito la frustrazione di dover continuamente avere a che fare con persone arroganti, che perdipiù commentano come se fossero «pionieri del viaggio».
«Io cerco di spiegare che non puoi aspettarti il lusso quando entri in un ambiente monastico, e che tutto sarà essenziale ma è volutamente così - ha spiegato Kimura -. Alla fine si diventa insofferenti. Anche se si è un monaco».
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