Anche l'Inghilterra è in guerra. 11 fermi, migliaia di perquisiti

L'antiterrorismo britannico va al massimo dei giri e la polizia invita chi ha informazioni "a parlare subito"

Anche l'Inghilterra è in guerra. 11 fermi, migliaia di perquisiti

Difficile parlare di «gesti di normalità come miglior risposta al terrorismo», quando Londra, pur riprendendo una parvenza di normalità, continua a essere sotto attacco. La premier Theresa May tenta di infondere coraggio, ma le sue parole rimbalzano contro il muro della minaccia eretto dai jihadisti. Il sedicente Califfato Islamico insinua subdolamente la paura anche attraverso i social. Ieri i network dei tagliagole col drappo nero hanno celebrato l'attacco di Londra con una serie di video e pagine pubblicati online. In un filmato si scorge il Big Ben avvolto dalle fiamme e una frase in arabo che recita «Non avrete altro che il fuoco davanti a voi». In un altro fotogramma appare la scritta «porteremo la guerra nelle vostre nazioni».

L'antiterrorismo giovedì notte ha eseguito altri tre nuovi arresti definiti «importanti». Sono quindi in tutto undici le persone tradotte nelle carceri di Birmingham, Manchester e dell'East London (almeno tre sarebbero di origini tunisine e una pakistana, sei già rilasciati), mentre altre sette risultano indagate a piede libero. Si parla di almeno duemila persone controllate in tutta la Gran Bretagna e di centinaia di abitazioni e luoghi di culto islamico perquisiti.

Nelle varie operazioni sono stati sequestrati anche alcuni veicoli: tre a Birmingham (un furgone e due automobili) dopo un blitz in una casa di tre piani a Winson Green, dove giovedì era stato arrestato un uomo, nella stessa palazzina dove si trova un appartamento forse utilizzato da Masood. Un'altra auto è stata sequestrata in una proprietà del valore di circa 400mila euro in uno dei sobborghi più esclusivi di Manchester, dove nel corso di un altro blitz sono scattate le manette ai polsi di un 35enne.

Il capo dell'unità di antiterrorismo di Scotland Yard, Mark Rowley, ha nuovamente invitato la popolazione a collaborare: «Se c'è qualcuno che sa qualcosa è il momento giusto per parlare con la polizia». Le indagini, ha spiegato, si stanno concentrando sulla radicalizzazione dell'estremista. «Parallelamente - ha aggiunto - stiamo verificando complicità e collegamenti tra Masood, e i possibili legami tra le persone arrestate e i loro Paesi d'origine». Dopo l'attacco terroristico di mercoledì la presenza di agenti armati in tutto il Regno Unito è stata rafforzata. Scotland Yard ha rivelato di aver dislocato altri 1.500 uomini nei grandi centri urbani, a partire dalla capitale.

Va anche detto che buona parte dei poliziotti britannici lavora disarmata, come lo era Keith Palmer, l'agente di guardia al Parlamento ucciso da Masood. Seppure in stile tipicamente britannico, le polemiche non sono mancate e riguardano sia lo scarso equipaggiamento delle forze dell'ordine, così come l'aver sottovalutato la pericolosità di Masood, un elemento che persino all'MI5, l'ente per la sicurezza e il controspionaggio, risultava si fosse da tempo radicalizzato.

Ma le edizioni online dei tabloid da ieri pomeriggio si sono scatenate non solo pubblicando il video della rocambolesca evacuazione dal Parlamento del premier Theresa May, nei minuti dell'attacco terroristico di Londra, ma anche diffondendo quello della fuga del capo di Scotland Yard ad interim, Craig Mackey, fra i primi a lasciare sotto scorta il palazzo di Westminster. Nel corso di una conferenza stampa i cronisti hanno chiesto a Rowley per quale ragione il comandante non fosse rimasto sul posto e il capo antiterrorismo ha replicato piccato che «i critici in poltrona non conoscono le procedure e non possono quindi sapere quali strategie erano state adottate in quei terribili minuti».

Nel frattempo il bilancio delle vittime è salito a quattro: l'altra notte è spirato anche Leslie Rhodes, un pensionato 75enne.

L'uomo, residente nel sud della capitale britannica, stava attraversando la strada a Westminster Bridge dopo essere sceso da un autobus quando è stato investito dal suv. Secondo quanto riferito dal ministro della Salute Jeremy Hunt sono 52 i feriti nell'attentato, sei dei quali sono gravi, mentre per altri due le condizioni sarebbero addirittura disperate.

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