Anche Triton è un fallimento Natale con 1.300 clandestini

Altro che risparmi col piano europeo che ha preso il posto di Mare nostrum: sotto le feste coste prese d'assalto. Ma il ministro Alfano fa lo gnorri: la spesa si è ridotta

Anche Triton è un fallimento Natale con 1.300 clandestini

Bastano i titoli delle notizie per dare un'idea della giornata di ieri a sud dell'Italia, confine d'Europa. Quattrocento migranti sbarcano a Pozzallo (Ragusa): tra loro, un morto. Novecento stranieri, raccolti nel canale di Sicilia da barconi alla deriva, arrivano a Messina sulla nave «Etna» della Marina militare: a bordo una donna nigeriana che il giorno di Natale ha dato alla luce un bambino, chiamato Testimony. La nave «Borsini» soccorre un'imbarcazione a sud est di Lampedusa con 50 immigrati. Trasferito a terra con un elicottero un immigrato che sulla nave «Driade» presentava sintomi compatibili con tubercolosi e malaria.

Stesso quadro dei due giorni precedenti, perché alla vigilia e a Natale, malgrado maltempo, freddo e vento, in tanti hanno tentato di arrivare illegalmente in Italia dalle coste africane: oltre mille sono stati intercettati in diversi salvataggi, alcuni sono arrivati cadaveri. Le polemiche non mancano, non solo politiche. Il prefetto di Messina Stefano Trotta accusa Comune e Regione di «mancata collaborazione» per l'«eccezionale» sbarco di ieri.

Questo quadro parla già di un fallimento della nuova strategia, ma mentre il bollettino da tragedia invade i notiziari il ministro dell'Interno Angelino Alfano annuncia orgoglioso: «L'Europa che scende in mare, con il passaggio da Mare Nostrum a Triton, produce anche risparmio per le casse italiane, con la spesa ridotta dai 114 milioni investiti dopo la strage di Lampedusa a zero».

Altre cifre parlano degli arrivi e diventano più precise: 865 portati a Messina, 364 a Pozzallo. In tutto, 1229. Il senatore di Fi Maurizio Gasparri le legge all'opposto di Alfano: «Siamo per colpa di Renzi & C. il paradiso dei clandestini, delle coop del malaffare e l'inferno degli italiani». Per il parlamentare azzurro che il vecchio Mare nostrum sia chiuso lo possono dire solo i «bugiardi al governo, che preparano i banchetti per i successori di Buzzi, Odevaine e compagni, arricchitisi grazie alle politiche governative che hanno moltiplicato il numero dei clandestini. Siamo alla resa perenne, alla vergogna totale. Hanno mentito e continuano a farlo. Non c'è l'Europa, Triton è un nome senza senso. È Mare nostrum forever ».

I viaggi dei migranti per l'Italia, l'abbiamo scoperto con l'inchiesta Mafia Capitale, si traducono in grossi affari per chi lucra sui centri di accoglienza. I lavoratori della Cooperativa «29 Giugno», di quel Salvatore Buzzi che nelle intercettazioni prima dell'arresto diceva che con gli stranieri si guadagna più che con la droga, ottengono dal Comune di Roma l'impegno a confermare servizi e contratti, in attesa della verifica sugli appalti. «Non saranno i lavoratori a pagare il malaffare ignobile di chi sta “in mezzo e in alto”», dicono. Il sindaco Ignazio Marino ha appena presentato la sua giunta bis, quella che promette «pulizia integrale» e presenta come assessore il magistrato «cacciatore di mafiosi» Alfonso Sabella.

Ma intanto il fiume di profughi e clandestini sembra inarrestabile e si moltiplica l'impegno di navi ed elicotteri per i soccorsi. Anche di madri incinte, che partoriscono in condizioni disastrose e di cadaveri di affogati in mare o asfissiati nelle stive.

Che cosa è cambiato? Triton o Mare nostrum che si chiami, la Sicilia per prima continua a sopportare il peso di un assalto di disperati che è impreparata ad accogliere. Ieri nel ragusano, dalla nave militare «Foscari» sono scesi 364 migranti e il corpo di un morto. In maggioranza uomini, ma anche 22 donne e 3 in stato di gravidanza sono state ricoverate in ospedale. In 150 sono stati trasferiti in pullman ad Agrigento, gli altri 214 nel centro di prima accoglienza. Anche tra gli 886 arrivati a Messina, ci sono 16 donne: 2 incinte e una è prossima al parto. Un altro bambino che si prepara a nascere in Italia. Come il piccolo Testimony Salvatore.

Lui e la madre stanno bene, ricoverati al policlinico. Il neonato è stato battezzato dal cappellano di bordo dell'«Etna», dov'è venuto al mondo a Natale. «È bello che sia nato in questo giorno, mio figlio è benedetto da Dio», dice la mamma.

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