Il Covid ha cambiato radicalmente la vita di tutti i giorni. E anche azioni semplici come andare a scuola o in ufficio hanno dovuto essere ripensate radicalmente per evitare il diffondersi del virus. Adesso si torna a votare. Ed è la prima volta dalla fine di gennaio. Abbiamo chiesto la professor Renato Mannheimer di commentare questo strano appuntamento elettorale.
Professore lei andrà a votare?
«Certamente».
E non ha paura?
«In effetti ce l'ho. Indosserò la mascherina e osserverò la dovuta distanza dagli altri. D'altronde anche quando vado a cena fuori ho sempre la mascherina con me».
Da sociologo cosa pensa di queste elezioni. È uno scenario abbastanza inedito.
«Lo è senz'altro. Saranno elezioni condizionate dalla paura. La paura che molte persone stanno provando in questo periodo nei confronti del virus. Basta vedere cosa è successo nei cinema (dove la gente ci va volentieri). Hanno riaperto ma l'affluenza in sala è ancora bassa. Colpa ovviamente di questo clima di paura».
Prevede una bassa affluenza per colpa dell'emergenza sanitaria?
«Ovviamente le previsioni potrebbero essere tutte smentite dai fatti. Però bisogna innanzitutto fare qualche distinguo. Ci sono regioni dove si vota soltanto per il referendum e altre dove si vota per il rinnovo del consiglio regionale e poi ci sono un migliaio di comuni dove si rinnovano i consigli e i sindaci».
E l'affluenza sarà diversa?
«Sicuramente in quelle dove si vota per le amministrative potrebbe risultare più alto il voto sul quesito referendario».
Perché?
«Perché nelle zone dove non si vota per le amministrative a votare saranno soltanto le persone molto motivate. E questo quesito referendario ha poco appeal. Se interessasse il lavoro o la salute - temi oggi ben più sentiti - la gente andrebbe sicuramente più motivata al seggio. Questa è materia più che altro per dibattiti sui giornali e per costituzionalisti».
Secondo lei ci sono altre condizionamenti in questa anomala situazione?
«Secondo alcuni analisti si potrebbe verificare un maggior numero di voti per il No al referendum nelle regioni dove non ci sono le amministrative. Grillini a parte, i sostenitori del No sono più attivi. Quindi i Sì si registreranno laddove al seggio ci arrivi già per altri motivi e scegli di dare un voto anche sul quesito referendario». .
Oltre 40mila persone sono confinate in casa.
Crede che il dato possa essere rilevante ai fini del giudizio sull'affluenza?«Non credo proprio. Quarantamila persone su 46 milioni di aventi diritto al voto. È una percentuale troppo bassa e poi possono sempre votare a casa. Anche se escludo che molti di loro lo faranno».
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