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Rivolta in Vaticano: "Ora il Papa chiarisca la posizione su gay e divorziati"

800mila firme per chiedere a Bergoglio di pronunciarsi contro la comunione ai divorziati e le unioni omosessuali

Rivolta in Vaticano: "Ora il Papa chiarisca la posizione su gay e divorziati"

Il Motu Proprio sulla riforma della nullità matrimoniale “non è il divorzio cattolico” e con questa riforma, anzi, è stata chiusa “la porta alla via amministrativa, che era la via dalla quale poteva entrare il divorzio”. Lo ha detto ieri Papa Francesco rientrando in Italia dal suo viaggio negli Stati Uniti, rassicurando in questo modo chi credeva che il Papa avesse introdotto il “divorzio cattolico” nella Chiesa.

Ma alcune preoccupazioni, a ridosso del Sinodo, su questo ed altri temi, centrali nell’assemblea dei vescovi che si aprirà il 4 ottobre, rimangono. E sono proprio questi dubbi ad aver determinato la raccolta firme per la petizione che è stata consegnata stamane alla Segreteria di Stato della Santa Sede. Il documento, infatti, è stato sottoscritto da oltre 790mila fedeli, proprio per chiedere al Papa un “chiarimento” riguardo temi come quello della “comunione ai divorziati risposati” e della “virtuale accettazione delle unioni omosessuali”, sui quali, secondo i firmatari, dopo l’ultima assemblea dei vescovi è stata generata confusione e “disorientamento” all’interno della Chiesa.

Le firme per la Supplica Filiale al Santo Padre sono state raccolte in più di 178 Paesi, e includono quelle di illustri esponenti religiosi e della società civile. Fra i firmatari ci sono infatti almeno cinque cardinali - il cileno Medina Estevéz, il brasiliano Majella Agnelo, il filippino Rosales, Dos Santos del Mozambico e l’americano Burke - centinaia di vescovi e presuli da tutto il mondo, fra cui moltissimi provenienti dai Paesi in via di sviluppo. Sono presenti molti nomi di spicco anche tra i firmatari appartenenti alla società civile. Tra questi ci sono il già senatore statunitense Rick Santorum e le due parlamentari europee, Anna Zaborska, slovacca del PPE, e Ruza Tomasic, croata, del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei. Ci sono poi anche i nobili, come il principe Luiz di Orleans-Braganza, capo della Casa Imperiale del Brasile, e gli accademici, come Stephan Kampowski, dell’Istituto Giovanni Paolo II di Studi sul Matrimonio e la Famiglia e il Prof. Massimo De Leonardis del Dipartimento di Scienze Politiche dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Il concetto di famiglia, secondo i promotori dell’iniziativa, sarebbe a rischio a causa di istanze che “relativizzano la fede” e a causa di “proposte pastorali” che negano la dottrina tradizionale sull’indissolubilità del matrimonio. Qui il riferimento sembra chiaramente diretto all’ala cosiddetta “progressista”, presente all’interno del Sinodo e alle informazioni veicolate in questo senso durante l’ultima assemblea dei vescovi sulla famiglia. La Supplica Filiale, al contrario, come spiega il portavoce dell’iniziativa Tommaso Scandroglio, professore di bioetica all’università Europea di Roma, “vuole essere un messaggio di sostegno alla maggioranza presente all’interno del Sinodo”. Per questo motivo gli attivisti cattolici si appellano a Papa Francesco e sperano in una parola definitiva sulla questione di gay e divorziati prima dell’apertura dell’assemblea.

Una chiarificazione che in parte è arrivata dal Santo Padre già ieri, in occasione della conferenza stampa tenuta sul volo di ritorno da Philadelphia.

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