Sberleffi e manette. Un comizio dei suoi potrebbe portare Beppe Grillo dritto in cella. Per ora siamo solo al primo passaggio ma la sentenza del tribunale di Ascoli Piceno parla chiaro: un anno di carcere per il leader dei Cinque stelle senza nemmeno il paracadute della condizionale, già bruciata da una precedente condanna. Questa volta la pena ha a che fare con le opinioni a ruota libera espresse dal comico, sempre in bilico fra satira e politica. Per la magistratura Grillo ha superato la misura, diffamando Franco Battaglia, firma del Giornale che i lettori conoscono per i suoi acuminati articoli, capaci di andare controcorrente e di sfidare tanti luoghi comuni della divulgazione scientifica.
Nel 2011, nel corso di uno show prontamente rilanciato in rete, Grillo insultò pesantemente Battaglia, apostrofandolo con toni offensivi e bollandolo come un servo delle multinazionali, schierato per il nucleare a causa del portafoglio. Ora quelle parole senza freno potrebbero costare care, molto care al fondatore del partito che ha rotto il bipolarismo italiano. Il giudice, scavalcando le richieste del pm, ha inflitto a Grillo una pena esemplare: un anno di carcere e 50mila euro di risarcimento, a titolo di provvisionale, da versare al docente. Ma quel che più conta, il tribunale non ha concesso la sospensione condizionale della pena, già ipotecata, e dunque, se la sentenza dovesse essere confermata nei successivi gradi di giudizio, Grillo rischia la galera. Per capirci, potrebbe aprirsi per lui un totopena simile a quello che ha infiammato il nostro Paese a proposito del Cavaliere. Con esperti a dibattere di galera, detenzione domiciliare o servizi sociali, tipo Cesano Boscone. Solo che qui si parla di diffamazione, materia difficile, da maneggiare con cura, ed è fin troppo facile immaginare un crescendo di dichiarazioni e controdichiarazioni sul caso, tirando la coperta del verdetto da una parte e dall'altra.
Lui, il comico dal talento straripante, sfrutta subito l'occasione per coltivare la vocazione al martirio, chiamando in causa presenze molto ingombranti: «Se Pertini e Mandela sono finiti in prigione potrò andarci anch'io per una causa che sento giusta e che è stata appoggiata dalla stragrande maggioranza degli italiani al referendum».
Ed è proprio il referendum sul nucleare a scatenare la querelle . Grillo e Battaglia s'incrociano ad Annozero , nel salotto di Michele Santoro. Il capopopolo considera una sciagura l'ipotesi che l'Italia possa riaprire le centrali e ripensare la politica dell'atomo; Battaglia la pensa esattamente all'opposto. Il confronto si chiude senza problemi, ma per Grillo i conti non sono chiusi. E qualche tempo dopo, a sorpresa, nel corso di un comizio le spara davvero grosse: Battaglia sarebbe foraggiato dalle multinazionali per mentire e andrebbe preso a calci in quel posto perché con soggetti come lui, come con gli antifascisti al tempo del Duce, non sono possibili mediazioni. Battaglia querela, il tribunale va giù pesante e Grillo prova a capitalizzare: «Oggi è stata emessa la sentenza contro di me per aver detto che il professor Battaglia affermava delle coglionate in merito al nucleare. Forse fa paura che il Movimento 5 stelle si stia avvicinando al governo?».
Nel 2001, durante uno show, Grillo definisce «vecchia puttana» Rita Levi Montalcini. Condannato, patteggia una multa da 4mila euro
di Stefano Zurlo
Limone Piemonte, 7 dicembre: Grillo perde
il controllo della sua auto. Muoiono tre suoi amici. È condannato a 14 mesi per omicidio colposoNel 2010 Grillo viola i sigilli della baita di Chiomonte durante una protesta coi no Tav. Nel 2014 la condanna a quattro mesi
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