Gli assenteisti sabotatori salvati dal Jobs Act di Renzi

A Roma e Napoli epidemia di massa. Ma la colpa è del governo che ha salvato gli statali dal Jobs Act, piegandosi ai ricatti di sindacati e sinistra

Gli assenteisti sabotatori salvati dal Jobs Act di Renzi

La buona notizia è che gli 835 vigili urbani di Roma sono fuori pericolo: assenti per malattia nella notte di Capodanno, allettati il primo, il 2 gennaio sono già guariti. Quella cattiva è che, nonostante la furia del premier, del sindaco, del ministro Madia e dell'Autorità di garanzia sugli scioperi, sarà molto difficile licenziare o più semplicemente punire i pizzardoni latitanti e gli scopini napoletani che alla raccolta differenziata notturna hanno preferito lenticchie e petardi. Il Jobs Act infatti non si applica ai dipendenti pubblici.

Quanto meno, non si applica ancora. Matteo Renzi è avvelenato. «Leggo di 83 vigili su cento a Roma che non lavorano per malattia - scrive su Twitter il presidente del Consiglio - . Ecco perché nel 2015 cambiamo le regole del pubblico impiego». La legge però poteva già essere stata portata a casa se, per evitare strappi eccessivi con la sinistra del Pd e i sindacati, il governo non avesse deciso di limitare le nuove regole al settore privato, rimandando il resto alla riforma della Pa, parcheggiata sui binari lenti previsti per i disegni di legge. Ma ora a Palazzo Chigi stanno pensando di trasformarla in un decreto.

Dopo le molte polemiche dei giorni scorsi, anche adesso Renzi viene criticato sul web perché le nuove norme «sono state depennate con uno strano zapping legislativo». Pronto il cinguettio di replica del premier: «Prego? Le abbiamo inserite in un disegno di legge che è all'attenzione del Parlamento. Si chiama democrazia». A Renzi la malattia fulminate dei vigili urbani romani e degli operatori ecologici napoletani, e la successiva epidemia che ha bloccato i tre quarti dei conduttori di metro chiamati in servizio nella Capitale, dev'essere andata proprio di traverso. E ancora peggio deve aver preso la reazione a freddo dei sindacati dopo le proteste e le rinnovate minacce di sciopero.

Difatti passano poche ore e torna sull'argomento. Stavolta su Facebook, strumento che gli consente di esprimere lo stesso concetto aumentando il numero delle parole: «Il 2015 sarà l'anno della riforma costituzionale e della nuova legge elettorale. Ci occuperemo di cultura, scuola, Rai, green-act, lavoro. Di pubblico impiego, di modo che non accadano più vicende come quella di Roma dove la notte del 31 dicembre l'83% dei vigili urbani è rimasto a casa per malattia o donazione sangue». E, già che c'è: «Il 2015 sarà l'anno in cui i cittadini per la prima volta pagheranno 18 miliardi in meno di tasse (80 euro, contributo bebè, Irap e sgravi previdenziali per nuovi assunti). Un'altra buona notizia: da oggi Alitalia e Etihad volano insieme, dopo anni di fallimenti inizia una nuova storia per un settore strategico della nostra economia. Buon 2015 a tutti».

Se non verrà scelta la strada, politicamente difficile, del decreto, si prevedono tempi lunghi per il riordino della pubblica amministrazione: essendo un disegno di legge, deve affrontare le tante curve parlamentari. Intanto però qualcosa va fatta. «L'Ispettorato del ministero è stato subito attivato per accertamenti violazioni e sollecito azioni disciplinari», annuncia su Twitter, hastag vigiliassenti, Marianna Madia. E ancora: «Avanti con la riforma della Pa per premiare le eccellenze e punire gli irresponsabili».

Si muove pure l'Autorità di garanzia, che «aprirà un procedimento di valutazione» sulle febbriciattole di Capodanno. Il garante farà le sue verifiche «sulla base dei dati che verranno forniti dall'amministrazione comunale». Se troverà «un nesso causale tra la mobilitazione del sindacato e le assenze» per malattia, «non esiterà ad adottare le sanzioni che la legge prevede».

E mentre persino la Cgil prende le distanze dai cagionevoli pizzardoni parlando di «autogol», Ignazio Marino è tornato nella bufera: i cittadini lo accusano di non saper governare e i sindacati dei vigili minacciano di scioperare. «Non sono riusciti a guastare la festa della città - dice il sindaco -. In 600mila abbiamo passato il Capodanno in piazza.

Ma chi ha finto di essere malato, chi ha inventato scuse ne dovrà rendere atto nei modi previsti dalla legge e assumersi le proprie responsabilità». Chiude ringraziando Renzi e la Madia «per il sostegno», sperando che alla sia il governo a risolvere il problema. Ma come?

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