Terremotati, terrorismo, femminicidio, nuovi media ed economia. Ma soprattutto la disoccupazione Il tradizionale discorso a reti unificate del presidente della Repubblica anche quest'anno è all'insegna della sobrietà (guarda il video).
In meno di 20 minuti e dal Belvedere del Torrino del Quirinale Sergio Mattarella ha stilato il bilancio del 2016 e fatto gli auguri per il 2017. Seduto, come lo scorso anno, su una poltrona con alle spalle una stella di Natale e un quadro raffigurante i ruderi dell'antica Roma, il Capo dello Stato ha voluto portare con se per il suo discorso agli italiani due oggetti a lui cari: una tegola dipinta dai ragazzi dell'istituto De Gasperi Battaglia di Norcia e un quadro fatto a mano dai bambini della scuola dell'infanzia di Acquasanta Terme. Entrambe città colpite dal terremoto del 24 agosto e del 30 ottobre.
"Il nostro Paese è una comunità di vita, ed è necessario che lo divenga sempre di più", ha detto Mattarella, ricordando i drammi vissuti dall'Italia e dall'Occidente, dall'assassinio di Regeni alla morte delle studentesse Erasmus in Spagna, dalla strage di Dacca a quella di Nizza, fino a Berlino, dal disastro ferroviario in Puglia ai terremoti, ma anche la gioia per il rientro di Salvatore Latorre e Massimiliano Girone in Italia.
E poi l'economia e soprattutto la disoccupazione a preoccupare il Capo dello Stato: "Il lavoro è il problema numero uno dell'Italia", ha spiegato, "Nonostante l'aumento degli occupati, sono ancora troppe le persone a cui il lavoro manca da tempo, o non è sufficiente per assicurare una vita dignitosa. Non potremo sentirci appagati finché il lavoro, con la sua giusta retribuzione, non consentirà a tutti di sentirsi pienamente cittadini. Combattere la disoccupazione e, con essa, la povertà di tante famiglie è un obiettivo da perseguire con decisione. Questo è il primo orizzonte del bene comune".
Inevitabile anche un riferimento alla crisi di governo al termine di un anno in cui l'Italia si è trovata a dover fare i conti con un referendum che ha portato Matteo Renzi alle dimissioni e Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi. E con la mancanza di una valida legge elettorale che permetta di tornare al voto. "Non vi è dubbio che, in alcuni momenti particolari, la parola agli elettori costituisca la strada maestra", ha detto il Capo dello Stato, "Ma chiamare gli elettori al voto anticipato è una scelta molto seria.
Occorre che vi siano regole elettorali chiare e adeguate perché gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volontà e questa trovi realmente applicazione nel Parlamento che si elegge. Queste regole, oggi, non ci sono: al momento esiste, per la Camera, una legge fortemente maggioritaria e, per il Senato, una legge del tutto proporzionale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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