In Aula cori, insulti ed espulsioni. Il grillino D'Uva scivola sul "mojito"

Il premier interrotto 50 volte. Lapsus del capogruppo M5s

In Aula cori, insulti ed espulsioni. Il grillino D'Uva scivola sul "mojito"

Roma - Nell'aula di Montecitorio Giuseppe Conte sveste i panni del premier filosovranista, indossati fino a inizio agosto, e debutta come premier di un governo socialdemocratico e filoeuropeista. Una trasformazione che le opposizioni non mancano di sottolineare in una giornata in cui lo scambio di fendenti polemici da una parte e dall'altra è inevitabile.

I cori più gettonati nei confronti del Conte bis sono «poltrona, poltrona», «venduto, venduto» e «Bibbiano, Bibbiano». I parlamentari della Lega fanno il gesto della paura, chiudendo le dita, con riferimento naturalmente alla nascita di un esecutivo salvalegislatura. Qualcuno ironicamente gli urla anche «Vai Giuseppi», citando l'errore fatto da Donald Trump nel momento del suo endorsement.

Per Roberto Fico alla guida dell'aula non è certo una mattinata o un pomeriggio tranquillo, il campanello risuona senza soluzione di continuità: solo al mattino Conte è interrotto 50 volte. I decibel si alzano anche quando il microfono del capogruppo di Fratelli d'Italia, Francesco Lollobrigida viene chiuso per aver superato il tempo del suo intervento.

Polemiche e stoccate tornano ad aumentare quando a Montecitorio arrivano alla spicciolata i ministri del nuovo governo: prima gli esponenti del Pd, tra cui Dario Franceschini, Lorenzo Guerini, Teresa Bellanova e Roberto Gualtieri. In un secondo momento i ministri M5s, tra cui Alfonso Bonafede, Vincenzo Spadafora e Stefano Patuanelli. Lo stesso Conte fa un gesto di incoraggiamento ai banchi del Pd, a conferma del nuovo clima che si respira tra gli acerrimi nemici di un tempo. Baci e abbracci soprattutto tra i deputati dei rispettivi partiti ma anche incoraggiamenti tra componenti del nuovo esecutivo. In tribuna la fidanzata del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, Virginia Saba.

Nel botta e risposta polemico non mancano stoccate anche da parte della nuova maggioranza. Il capogruppo dei Cinquestelle Francesco D'Uva gioca con le parole: «Una crisi nata sotto l'ombrellone per un capriccio. Dovrete spiegare per quale mojito... motivo lo avete fatto». Conte annuncia che il nuovo esecutivo da lui guidato si accinge a svolgere con diligenza il suo compito «partecipando a tutti i Consigli politici, tutti! E ci siamo intesi!».

Ma più in generale verso il nuovo

premier sembra arrivare più calore dai banchi del Pd che da quelli dei Cinquestelle. Segno di un accordo che evidentemente i parlamentari pentastellati, al netto del sollievo per la sopravvivenza, devono ancora digerire.

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