Cronache

In auto da Nizza o in aereo diretto da Dubai: la calata degli inglesi a Roma per gli Europei

Spese folli e lunghi giri per evitare la quarantena. I controlli della polizia

In auto da Nizza o in aereo diretto da Dubai: la calata degli inglesi a Roma per gli Europei

Roma. Fatta la legge, trovato l'inganno, sarebbe da dire. E i tifosi inglesi sono riusciti ad arrivare a Roma per la gara di ieri sera della propria Nazionale con l'Ucraina aggirando le regole e di fatto senza violarle. Dalla Francia agli Emirati, i supporter dei Tre Leoni e alcuni giornalisti britannici sono approdati nella Capitale. Il giornale The Sun ha raccontato il viaggio dei propri inviati: un volo Londra-Nizza, poi l'attraversamento del confine italiano all'alba con un'auto a noleggio francese, infine l'ultimo tratto da Firenze a Roma con una macchina sportiva a strisce rosse, bianche e blu. Nel mezzo tre controlli con test del tampone (tutti negativi) prima dell'arrivo davanti al Colosseo. Il tutto senza quell'autoisolamento previsto dal nostro ministro della Salute Speranza.

Il Daily Mail ha invece raccontato la storia del 20enne Jack Francis di Southampton, già con la doppia dose di vaccino effettuata, anche lui sbarcato a Roma dalla Francia. Lo stesso quotidiano popolare britannico ha poi riferito dei 500 tifosi inglesi giunti a Roma da Dubai con biglietti aerei di andata e ritorno pagati 700 sterline. Curiosa la vicenda del 32enne Chris Pike, è volato a Roma dalla sua casa di Dubai con un gruppo di cinque amici: «Faremo tutto il possibile per tifare Inghilterra, faremo molto rumore allo stadio». Uno dei cinque, Henry Mark, ha speso 2mila sterline per l'intero viaggio, dopo averne pagate 250 per i biglietti della partita e 700 per il volo di andata e ritorno.

Ma non solo. Per aggirare le restrizioni imposte per contenere la diffusione del coronavirus, ovvero per evitare la quarantena e il test negativo per accedere allo stadio, altri fan della Nazionale di Southgate sono partiti anche dalla Svizzera, dalla Spagna, da Praga e dal Portogallo. Evitando così quarantena, tamponi anti Covid e la multa di 386 sterline per chi viola le restrizioni in atto. Per tutti, una tappa al bar - anche vicino all'Olimpico con fiumi di birra già dalle cinque del pomeriggio - e poi l'ingresso allo stadio. Ma non tutti sono riusciti a farcela: la polizia di stato ha infatti controllato la posizione di alcune decine di tifosi arrivati in Italia, incrociando le liste dei passeggeri, provenienti da Gran Bretagna e Ucraina, con quelle dei biglietti venduti. Da giorni erano monitorati 200 tifosi che soggiornavano in hotel del centro e per alcuni, entrati nel Paese oltre il tempo massimo, niente stadio e biglietto invalidato. Duemila in totale i tifosi britannici, residenti in Italia o comunque non provenienti dal Regno Unito, che hanno preso posto ieri sera sugli spalti dell'Olimpico, la maggior parte dei quali portati allo stadio da una cinquantina di navette predisposte dal servizio di ordine pubblico.

E per chi è rimasto in Inghilterra tutto esaurito in pub e birrerie all'aperto dove è stato possibile assistere alla partita in diretta.

«I tifosi sono rimasti delusi di non poter viaggiare - ha detto al Sun Malcolm Clarke, presidente della Football Supporters' Association -, non guardiamo il calcio dal vivo da molto tempo, quindi in una certa misura la gente si è abituata».

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