Roma - Trattativa asimmetrica e scarsamente efficace. Tanto che l'Italia sta correndo il rischio di perdere la preda principale, cioè la sede dell'Agenzia europea per il farmaco, senza ottenere il cambio il ripiego, cioè la poltrona del presidente dell'Eurogruppo per il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Una fonte europea boccia la strategia italiana emersa in occasione della competizione per occupare la poltrona di Jeroen Dijsselbloem, presidente uscente dell'Eurogruppo.
L'idea è di barattare la sede dell'Ema, rassegnandosi al tramonto della candidatura di Milano, per ottenere la nomina di un italiano a coordinare i ministri delle Finanze di Eurolandia.
Scenario subito bocciato in patria. «Non possiamo barattare l'assegnazione dell'Agenzia Europea del Farmaco a Milano in cambio di una poltrona di lusso come buona uscita per un fallimentare ministro come Pier Carlo Padoan. Il Governo smentisca sul nascere ogni voce circa la candidatura di Padoan a succedere a Dijsselbloem alla guida dell'EuroGruppo», ha attaccato Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e Segretario della Lega Lombarda.
Riccardo De Corato, ex vicesindaco e capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale in Regione Lombardia, ha annunciato una interrogazione sul tema. «Inutile - commenta De Corato - sottolineare che l'Ema porterebbe prestigio e indotto duraturo a una città e a una regione intere, certo non paragonabile con una poltrona per un solo politico».
La speranza a Milano è che le voci nate nei corridoi di Bruxelles si rivelino false. Oppure che il governo rinunci allo scambio, anche perché una strategia del genere sarebbe destinata a fallire.
Le due partite. La scelta della sede dell'Ema e la presidenza dell'Eurogruppo, si giocano su campi diversi e la decisione spetta a organismi che non comunicano. La prima, si deciderà al Consiglio Affari generali dell'Ue. La seconda, di fatto, dentro lo stesso Eurogruppo. Ministri diversi, equilibri politici diversi. Giocare su due tavoli non potrebbe che danneggiare l'Italia. Il rischio è che si sprechi una occasione unica, la sede dell'Agenzia del farmaco, per giocare una partita che l'Italia ha già perso in partenza.
Se la competizione per l'Ema è durissima, la presidenza dell'Eurogruppo sembra fuori portata per l'Italia. Pier Carlo Padoan gode della fiducia delle istituzioni europee, ma è vicino al Partito socialista europeo, che non se la passa benissimo. Poi c'è il fattore Draghi. L'Italia occupa già l'incarico più importante per l'Euro, cioè la presidenza della Banca centrale di Francoforte. Difficile che l'altro incarico, più politico, vada a un altro italiano. Soprattutto dopo anni di tensioni tra i paesi del Nord e l'Italia su vari fronti, dai conti pubblici alle sofferenze bancarie.
Se il calcolo dell'Italia è stato quello di mollare l'obiettivo più importante per ripiegare su quello secondario, spiegava ieri una fonte europea, ha sbagliato. Anche perché la candidatura di Milano è ancora in campo e se il capoluogo lombardo dovesse perdere, sarà per il prevalere di logiche «geopolitiche», come ha sottolineato ieri Roberto Maroni.
Una partita importante per la regione che ieri ha approvato a larga maggioranza in consiglio, la risoluzione per l'Autonomia che segue il referendum del 22 ottobre.
Su 72 votanti, sono stati 67 i favorevoli, 4 i contrari, tutti appartenenti alla sinistra. A favore tutto il centrodestra. Hanno votato a favore anche i consiglieri del M5s. È una «risoluzione senza propaganda», ha spiegato un esponente del movimento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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