Ballerine con le punte e si dà un calcio alla crisi

Banditi gli stiletti, sì alla pelle metallizzata Dalla fiera la richiesta di rilanciare i consumi

Signore, si torna con i piedi per terra ma non c'è da star comode perché per l'estate 2015 le scarpe saranno rigorosamente a punta. Con buona pace delle vittime dell'alluce vagamente dolorante, delle donne che non amano vivere rasoterra e dei maschi ossessionati dai tacchi a stiletto. Ma si sa la moda è così, irresistibile e ineluttabile. Lo ribadiscono i produttori - 1.557 di cui oltre 600 stranieri - che dal 31 agosto a oggi hanno presentato a Fiera Milano Rho, nel contesto della rassegna theMicam, le nuove collezioni. Nelle quali spiccano anche sneaker e sandali iperpratici con suola a strati di gomma e chiusure con velcro e versioni cittadine dei sandali «jelly» in gomma ipermorbida come quelli che si usano per camminare sugli scogli. Di alto e comodo ci sono solo alcune platform in versione anni '70 da indossare con calze sportive. Obbligatoria, fra i nuovi materiali, la pelle metallizzata in diverse tonalità mentre fra i colori il bianco puro è in testa seguito dai toni aranciati e rosa. Ma a theMicam in questi giorni si è soprattutto avvertita la preoccupazione per il futuro e l'ansia di trovare il modo per invertire la rotta di un momento difficile per il comparto se è vero che nel primo semestre di quest'anno viene segnalata la chiusura di quasi 70 calzaturifici e la perdita di 600 posti di lavoro. Questo unito a un panorama internazionale altrettanto complesso - difficile congiuntura economica e delicata situazione in Russia, nostro importante mercato di sbocco - ha fatto sì che tra i corridoi ci si chiedesse come prendere il toro per le corna. Del resto i dati parlano di contrazione della produzione nel primo semestre (meno 1,6% in volume rispetto allo stesso periodo del 2013 e un debole incremento in valore pari a +0,6 per cento) conseguenza del cattivo andamento del mercato interno in recessione da diverse stagioni e dell'indebolimento degli scambi con i mercati esteri a causa di una valuta, l'euro, eccessivamente forte. «Questa edizione di theMicam risente certamente della difficile situazione con il mercato russo e delle pesanti ombre sui consumi interni. I primi giorni hanno comunque confermato la fiera come punto di riferimento per i buyer internazionali più importanti e ci aspettiamo di riuscire a ripetere la performance di settembre 2013, chiudendo in tenuta o con un lieve calo. theMicam nelle ultime edizioni ha saputo, in anni così difficili, confermare i suoi numeri in termini di visitatori ed espositori, puntando sul livello qualitativo dell'offerta» ci ha spiegato ieri Cleto Sagripanti, presidente della rassegna e di Assocalzaturifici commentando la rivoluzione di questa edizione iniziata con due settimane d'anticipo rispetto al passato proprio per ottimizzare l'incontro tra imprese e buyer. Ma se non vogliamo che concorrenti agguerriti ci facciano le scarpe, urgono politiche mirate per il rilancio di consumi e occupazione. «Le imprese dovrebbero rivedere le proprie strategie di delocalizzazione nei territori extra-Ue, perché i costi nascosti di questi processi sono così significativi, da non compensare i risparmi in termini di fattori produttivi» ha continuato Sagripanti mettendo anche l'accento sul valore imprescindibile dell'etichetta made in Italy.

«Una politica europea che supportasse concretamente la manifattura con l'introduzione del made in obbligatorio spingerebbe la produzione a rientrare» e così, secondo l'opinione condivisa da molti operatori, si riporterebbe il lavoro in Italia. Per ripartire, non sarebbe male.

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