Bambina morta nell'incendio di casa. Dopo i sospetti fermata la mamma

La donna avrebbe ucciso la piccola e dato fuoco all'abitazione

Bambina morta nell'incendio di casa. Dopo i sospetti fermata la mamma

Potrebbe essere molto più della tragedia che si credeva. Non il dramma di una mamma che vede morire la figlioletta nell'incendio della sua casa riuscendo a salvare solo la sorellina, come si era creduto in un primo momento, ma quello di una madre che uccide la sua bambina e dà fuoco alla casa abbandonandola tra le fiamme per coprire le prove. Almeno è questo il sospetto dei magistrati di Fermo che ieri hanno fatto arrestare la donna, una cittadina bulgara di 38 anni, appena dimessa dall'ospedale.

Dall'autopsia sul corpicino della piccola e dai rilievi dei vigili del fuoco sarebbero emerse prove che hanno portato gli inquirenti a scrivere un'altra storia, spaventosa ma convincente al punto che il gip del Tribunale di Fermo ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della donna con le accuse di incendio doloso e decesso come conseguenza di altro reato, al momento non di omicidio.

Il rogo era scoppiato lo scorso 8 gennaio nell'abitazione di Servigliano dove la donna abitava con il marito e le due figlie di 7 e 5 anni. Quando divamparono le fiamme, nel cuore della notte, l'uomo non era in casa. Secondo una prima ricostruzione, la donna era stata svegliata dall'odore del fumo ma era riuscita a sfuggire alle fiamme portando con sé soltanto la figlia più piccola. Poi aveva tentato di rientrare per prendere anche la maggiore senza riuscire nell'impresa. La bambina era stata recuperata dai vigili del fuoco quando era ormai troppo tardi, mentre la madre e la figlia superstite erano state ricoverate in ospedale.

Sembrava la triste cronaca di un incendio fatale e distruttivo, invece le indagini hanno imboccato tutt'altra pista. In realtà fin da subito c'è stato il sospetto che le cose potessero essere andate diversamente. Tanto che il corpo della piccola morta tra le fiamme non è stato ancora restituito alla famiglia per la sepoltura e si trova ancora nell'obitorio di Fermo, a disposizione dell'autorità giudiziaria, nel caso in cui siano necessari ulteriori accertamenti. Già la scorsa settimana si era intuito che le indagini erano sul punto di virare verso una svolta imprevista quando i carabinieri, insieme agli assistenti sociali, erano andati all'asilo frequentato dalla sorellina della vittima per trasferirla in una residenza protetta, senza dare alcuna spiegazione al papà e mentre la mamma era ancora ricoverata per le conseguenze del fumo respirato durante l'incendio. Molti dettagli dell'indagine sono tenuti sotto riserbo, ma l'impressione è che gli investigatori abbiano raccolto prove schiacciati contro la donna, che davanti ai carabinieri ha fatto scena muta. La sua ricostruzione dei fatti presentava diverse lacune, sarebbero stati determinanti gli esami tossicologici sul corpo della piccola. Oggi l'interrogatorio di garanzia davanti al gip.

Un uomo distrutto, il papà della bimba.

«Ha perso una figlia nell'incendio, l'altra è lontana da lui, in una struttura. È consapevole delle accuse mossa alla sua compagna, ma al momento crede in lei fino a prova contraria», spiega l'avvocato Gianmarco Sabbioni.

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