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"Basta con l'impunità per i terroristi rossi"

"I giudici dicono che si sono rifatti una vita? Alle loro vittime non è stato concesso"

"Basta con l'impunità per i terroristi rossi"

«Altro che diritti dell'uomo da salvaguardare! Questa sentenza non ha alcuna giustificazione!» Il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani non nasconde l'amarezza per la sentenza che ieri a Parigi ha ridato la libertà ai dieci terroristi italiani per il quale il nostro Paese aveva richiesto da tempo l'estradizione.

Onorevole Tajani non si aspettava un simile verdetto?

«Assolutamente no. D'altronde anche le prime motivazioni emerse sono poco convincenti. Che senso ha dire che si sono rifatti una vita? Le loro vittime, invece, una vita non se la sono potuta rifare».

Sembra che in Francia abbia ancora un peso la dottrina Mitterand.

«Qui non ci sono reati di opinione. Quelle persone si sono macchiate di reati odiosi. E l'omicidio, d'altronde, è un reato che non va mai in prescrizione. In Francia a fare gli esuli ci andavano i fratelli Rosselli perseguitati dal regime fascista. Questi non li perseguita nessuno. Questi devono soltanto rispondere dei loro reati sanzionati da un tribunale di un Paese, l'Italia, democratico e dove vige lo stato di diritto. Altro che esuli!».

Anche da noi in Italia, penso al Partito di rifondazione comunista, c'è chi plaude alla sentenza e parla di garantismo.

«Il terrorismo rosso ha da sempre goduto di coperture internazionale. Ma quello che hanno fatto all'interno dei nostri confini è gravissimo. Non dobbiamo, non possiamo e non vogliamo dimenticare».

E pensare che nel trattato Francia-Italia firmato a novembre scorso si parla di «reciproco rispetto delle prerogative giudiziarie in campo penale».

«Questa è sicuramente la cosa più strana. Non stiamo parlando dell'Unione sovietica. Stiamo parlando di un Paese che è culla del diritto. Un membro dell'Unione europea, peraltro. Davvero incredibile quello che è successo a Parigi. Sembra che non vogliano tenere in nessun conto non soltanto i sentimenti dei parenti delle vittime ma anche il lavoro dei giudici italiani».

Lei cita l'Unione europea. Ci sono a livello comunitario margini di manovra?

«Nessuno. È la Francia che deve decidere. Noi però non smetteremo di protestare e di portare di fronte all'opinione pubblica internazionale il grido di dolore delle vittime di questi personaggi. Qui non parliamo di reati d'opinione. Non è alla sbarra un'ideologia. Qui ci sono persone che sono morte nell'adempimento del loro dovere. Parlo di tanti servitori dello Stato come carabinieri, poliziotti, magistrati, politici come Aldo Moro. Altro che reati di opinione!»

C'è chi parla di mancata giustizia.

«Da noi la giustizia c'è. Con tanto di condanne. E non si vede per quale motivo i terroristi rossi debbano godere di questa impunità. E non penso solo a questa sentenza di Parigi. Sono tanti i casi in cui viene sempre fuori che queste persone, condannate per atti di estrema violenza, vengano coperte e difese»:

Si riferisce per caso a Cesare Battisti?

«Non solo a lui. Penso anche aA lui, ma non soltanto a lui. Penso anche ad Alessio Casimirri e ad Alvaro Lojacono, che facevano parte del commando di via Fani. Da tempo, anche come Unione europea, chiediamo l'estradizione al Nicaragua di Lojacono. Finora senza successo.

Ma non ci fermiamo».

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