Roberto Fabbri«Qualcosa è andato storto» nell'operazione condotta in Siria dalle forze speciali degli Stati Uniti per catturare il «ministro delle finanze» dello Stato islamico: Abdul Rahman Mustafa al-Qaduli, nome di battaglia Abu Alaa al-Afri, ma conosciuto anche come Hajji Iman, doveva cadere vivo in mani americane e invece è rimasto ucciso. Lo ha confermato ieri il segretario alla Difesa americano, Ashton Carter, sottolineando che si tratta del secondo esponente del «governo» del Califfato che viene eliminato in un mese: il riferimento è all'uccisione avvenuta all'inizio di marzo di Omar al-Shishani, definito il «ministro della Guerra» dello Stato Islamico. Sulla testa di al-Qaduli pendeva una taglia ingente: 7 milioni di dollari, inferiore soltanto ai 10 milioni offerti da Washington per la testa del «Califfo» Abu Bakr al-Baghdadi. Il capo terrorista era stato comandante di al-Qaida a Mosul ai tempi di Abu Musab al-Zarqawi; catturato dagli iracheni, era stato liberato nel 2012 e si era unito all'Isis.Intanto il Belgio ha deciso di rispondere militarmente all'attacco terroristico inferto a Bruxelles e rivendicato dallo Stato islamico. Il premier Charles Michel ha dato ordine agli F-16 belgi che partecipano alla coalizione internazionale a guida Usa contro l'Isis di riprendere in tempi brevi i bombardamenti sulle postazioni dei terroristi. È allo studio, ha precisato Michel, l'estensione del mandato dei bombardieri belgi. «Abbiamo un dibattito in seno al governo e al Parlamento per determinare se un'estensione del mandato sarà possibile o meno», ha detto Michel in una confefrenza stampa con il segretario di Stato americano John Kerry, giunto a Bruxelles per portare la solidarietà di Washington. Il Belgio ha partecipato alle azioni della coalizione internazionale contro lo Stato islamico in Iraq fino al giugno del 2015. Poi, per ragioni di bilancio, ha raggiunto un accordo con l'Olanda per alternarsi nelle missioni. Quindi, a gennaio, l'Aja ha annunciato che avrebbe messo a disposizione quattro aerei da impiegare anche contro l'Isis in Siria. A quel punto, si è aperto in Belgio il dibattito se seguire l'esempio dell'Olanda, estendendo il mandato in Siria, quando a luglio riprenderanno le operazioni dei caccia belgi. Ora l'aggressione Isis a Bruxelles apre nuovi scenari.Sul terreno in Siria continua la battaglia attorno alla città di Palmira, nel cuore del deserto. Le forze governative hanno ripreso il controllo dell'antica cittadella e sarebbero ormai a poche centinaia di metri dall'area archeologica - caduta nelle mani dei jihadisti lo scorso 20 maggio e diventata teatro privilegiato di atrocità regolarmente filmate e diffuse via internet - e dall'aeroporto.
I siriani non combattono da soli: nella loro avanzata sono aiutati da forze russe e dalla «Brigata di Fatima», un gruppo di miliziani sciiti provenienti dall'Afghanistan e da altri Stati. L'agenzia ufficiale russa Tass ha confermato la morte sul campo a Palmira di un ufficiale delle forze speciali di Mosca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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