Berlusconi: "Anti-casta? Renzi è la casta"

Berlusconi smaschera il segretario Pd: "È il tipico esemplare di politico di professione che dice di voler combattere"

Berlusconi: "Anti-casta? Renzi è la casta"

"Io sono un liberale, Renzi viene dalla sinistra cattolica. Io ho costruito aziende che hanno contributo alla grandezza del nostro Paese, Renzi invece è il tipico esemplare di quella casta di politici di professione che lui dice di voler combattere. Io ho ottenuto negli anni duecento milioni di voti dagli italiani. Renzi è stato eletto con 112mila voti a sindaco di Firenze, con tutto il rispetto per quella meravigliosa città, e non è stato neppure eletto in Parlamento. Se vincono i No, non chiederemo le sue dimissioni. Le ha annunciate lui, staremo a vedere".

È un Silvio Berlusconi senza mezzi termini quello che attacca il premier e segretario Pd in un'intervista al Quotidiano nazionale. E che non ha nessuna intenzione di ritirarsi dalla politica. "Auspico che la Corte di Strasburgo voglia prendere atto che lasciando in sospeso questa questione si fa un torto non a Silvio Berlusconi, ma a milioni di moderati italiani che hanno innanzitutto il diritto di sapere come sono andate veramente le cose e poi, con Berlusconi in campo, potrebbero prevalere sulla sinistra alle prossime elezioni", ha detto parlando della legge Severino.

Sul futuro di Forza Italia non ha dubbi: "Io mi sento abbastanza in formae quindi gli eredi possono aspettare", assicura, "L’esito del referendum e la leadership del centrodestra sono due temi del tutto diversi. La vittoria del No è importante per il futuro del Paese, gli altri problemi – chi fa il leader, per esempio – vengono molto ma molto dopo".

Via quindi a un nuovo appello per il No lanciato oggi anche con un messaggio inviato a una manifestazione di Forza Italia a Pescara: "Non per nostra scelta, questo è diventato anche un referendum sul governo Renzi", spiega il Cavaliere, "Il premier cercava attraverso questa consultazione

popolare quella legittimazione che non ha mai avuto dalle urne. Una ragione di più per dire no a un governo che ha fallito, e per chiedere che dopo il no, con una legge elettorale diversa, si ridia la parola agli italiani".

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