T utti in Aula sia alla Camera sia al Senato. Berlusconi «precetta» i suoi parlamentari: non vuole scherzi sul patto del Nazareno e anche se è certa una pattuglia di dissidenti facente capo a Raffaele Fitto, il Cavaliere pensa di blindare l'accordo col premier. Sia sul nuovo Senato, su cui si sta discutendo a Montecitorio; sia sull'Italicum, patata bollente ora ai raggi X di palazzo Madama. Ecco perché nonostante Berlusconi nel pomeriggio partecipi a un'adunata al santuario del Divino Amore di Roma ha dato l'ordine ai suoi: «Non venite. Rimanete a lavorare nelle rispettive Camere». Il «pellegrinaggio» romano servirà a dare la scossa ai Club Forza Silvio e al partito. Tanti giovani previsti alla kermesse con l'insolito ruolo del leader degli azzurri: ascoltare le proposte dei partecipanti e rispondere alle domande dei fan da un podio da dove ognuno potrà dire la sua.
Ma la testa del Cavaliere sarà rivolta ai lavori del Parlamento dove in entrambi i rami il patto del Nazareno sarà messo a dura prova nelle prossime ore. È soprattutto al Senato che i numeri sono maggiormente ballerini e proprio per questo, dopo il bagno di folla con i militanti, l'ex premier ha voluto incontrare i senatori. Appuntamento previsto per stasera alle 19 per guardare negli occhi i suoi e chiedere di non fare scherzi: le riforme e la legge elettorale devono andare in porto, pena il rischio di trovarsi sul Colle un uomo «ostile». Certo, la partita è complessa, dal punto di vista tecnico. Berlusconi vuole chiudere l'accordo con Renzi in fretta senza apparire sconfitto su tutta la linea. Ecco perché gli sherpa, anche ieri, hanno lavorato ininterrottamente per trovare la quadra. I punti più sensibili, per gli azzurri, sono due: la clausola di salvaguardia, ossia la certezza che approvato l'Italicum 2.0 non si vada a elezioni prima del 2016; e il premio alla coalizione anziché alla lista come invece vorrebbe il premier. Se il governo dovesse recepire in tutto o in parte queste due modifiche, si disarmerebbero così molti malpancisti azzurri. La questione, ovviamente, è delicatissima anche perché i malpancisti sono trasversali e non riguardano soltanto i forzisti ma anche la minoranza piddina, sacche di alfaniani e centristi. Ma su questi Berlusconi non può nulla. Può solo fare appello all'unità dei suoi, cosa che farà senza dubbio questa sera al parlamentino azzurro di palazzo Grazioli per una cena con i senatori.
Punterà tutto, Berlusconi, sulla necessità di avere un presidente della Repubblica davvero super partes in cambio del via libera all'Italicum e al nuovo Senato. Insomma, blindare il patto per giocare un domani con un arbitro davvero arbitro. È la partita più importante che si giocherà già in queste ore anche se in verità il prologo del match è già iniziato da giorni. Diplomazie sotterranee sondano nomi e cercheranno di evitare il Vietnam di continue fumate nere. Berlusconi, sul Quirinale, si fida di Renzi. Il premier l'ha più volte rassicurato, indirettamente, che cercherà di proporre un nome condiviso; e non è detto che la rassicurazione arriverà anche a quattr'occhi pur se, al momento, in agenda non è previsto alcun incontro tra i due.
Questa la strategia berlusconiana che non muterà almeno fino a quando non si sarà installato al Quirinale il successore di Napolitano con la benedizione anche azzurra.
Poi, le cose potrebbero cambiare anche perché, nel merito, il Cavaliere continua a criticare la politica del governo. E pure ieri il giudizio sul discorso con il quale il premier ha chiuso il semestre italiano è stato negativo. Un semestre con molte ombre e pochissime - se non nessuna - luci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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