Berlusconi: "Non mi rassegno a un'Italia messa all'angolo"

Il post preoccupato del Cavaliere sui social: «Il Paese è in un vicolo cieco. Ecco la nostra ricetta per la crescita»

Berlusconi: "Non mi rassegno a un'Italia messa all'angolo"

«Reddito di cittadinanza, risparmi a rischio, disoccupazione: io mi rifiuto di immaginare il mio Paese in questo vicolo cieco. Guai a rassegnarsi».

Silvio Berlusconi prende la parola sui social nelle ore in cui il pressing di Lega e Cinquestelle sul ministro dell'Economia Giovanni Tria diventa sempre più asfissiante. Una manovra a tenaglia al fine di portare a casa risorse e spesa pubblica, con un rapporto deficit/Pil che potrebbe attestarsi al 2,4%. Una soglia ad alto rischio che può aprire la strada a un possibile rialzo dello spread facendo ballare pesantemente i nostri conti pubblici.

È tutta Forza Italia ad alzare il tiro contro la manovra. Se Licia Ronzulli mette nel mirino il «mago Di Maio che promette di abolire la povertà ma con il decreto dignità (-80 mila lavoratori in 10 anni) e con la chiusura obbligatoria domenicale (-150mila) ha già abolito migliaia di posti di lavoro», Mariastella Gelmini fa suonare l'allarme sul rapporto deficit-Pil al 2,4%, una soglia pericolosa voluta dal Movimento Cinquestelle che «mette a rischio i risparmi degli italiani con la quale i cittadini pagheranno inevitabilmente più tasse».

La strategia del doppio binario, fatta di una critica selettiva e mirata al governo gialloverde e di proposte concrete con cui conquistare uno spazio politico dunque continua. Nel giorno in cui si scioglie il nodo Rai, Forza Italia si prepara a sostenere la Lega sulla riforma della legittima difesa, dopo il blitz di Pietro Grasso (Leu) che, regolamento alla mano, ha trasformato da redigente in referente la sede di discussione in commissione, allungandone i tempi di approvazione. Forza Italia da tempo si è schierata su una linea chiara e con Mariastella Gelmini ha anche anticipato la proposta del Carroccio, dimostrando così di essere sensibile a un tema caro all'elettorato di centrodestra come «il diritto alla difesa», con l'eliminazione della proporzionalità per chi si difende in casa o in ufficio e con un riconoscimento delle spese legali e di un sostegno economico al cittadino offeso

Linea dura, invece, sia sulla manovra che sul ponte di Genova, sul decreto che ha cambiato nome ed è diventato «decreto emergenze», rischiando di trasformarsi in una misura «omnibus». «Siamo oltre il ridicolo: il decreto annunciato, continuamente rinviato e mai pubblicato rischia di essere un pantano dove ci potrebbero essere misure di ogni genere» attacca Giorgio Mulè. Una notazione polemica arriva invece da Antonio Tajani che pizzica il Carroccio: «Mi sarei aspettato un appoggio in più della Lega a favore di Toti commissario». Lo stesso Tajani, intervenendo a Porta a Porta, si mostra scettico rispetto all'alleanza popolari-sovranisti nell'Ue di cui ha parlato Salvini alla Festa di Atreju. «È un'ipotesi molto lontana. Bisognerà vedere quali sono i risultati, un conto sono i sondaggi, altro i dati effettivi».

Sulla candidatura di Berlusconi alle Europee il vicepresidente di Forza Italia spiega che «sarebbe molto importante dare un segnale all'Italia meridionale». Infine una critica alla politica estera dell'esecutivo. «L'Italia è isolata in Europa, non ha fatto un fronte del sud. Io sono stato eletto organizzando questo fronte e poi sono andato dai tedeschi e ho vinto la partita con i socialisti. Senza un fronte del sud l'Italia non conta nulla».

Sul fronte interno Forza Italia dopo il ritorno di Berlusconi a Fiuggi riprende a ragionare sul suo rilancio in vista delle Europee.

Ieri a Piazza San Lorenzo in Lucina i dirigenti si sono confrontati con Antonio Tajani per definire la stagione congressuale e la commissione che se ne occuperà. Il grande confronto tra gli iscritti avverrà a inizio 2019. Un modo per mobilitare forze ed energie in vista delle Europee.

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