Berlusconi non molla il colpo: riforma che porta malgoverno

Il Cavaliere è deluso da chi «abbandona la nave», ma non si fa convincere sul nuovo Senato renziano: meglio abolirlo del tutto

RomaAmarezza per i parlamentari che «abbandonano la nave». Anche se «meglio soli che male accompagnati». E una riflessione in corso sull'atteggiamento da tenere in aula sul ddl Boschi. Qualcuno dentro il partito suggerisce di analizzare le modifiche che verranno fatte, ma Silvio Berlusconi appare orientato a confermare la linea dura, senza farsi influenzare dai parlamentari ansiosi di salire sul carro renziano.

L'idea di fondo dell'ex premier è che si tratti di una riforma foriera di malgoverno, visto che sostanzialmente si andranno a regalare poteri enormi a quei consiglieri regionali che negli ultimi anni spesso non hanno brillato per buona amministrazione e lotta agli sprechi. Insomma per Berlusconi, piuttosto che procedere a questa riforma sarebbe stato meglio abolire tout court il Senato. Sul fronte dell'emorragia dei parlamentari - i senatori «tentati» dalle offerte renziane non mancano, tanto più che si racconta che Denis Verdini vorrebbe ottenere un mini rimpasto dopo l'approvazione del ddl Boschi - Berlusconi si attesta sulla linea del lasciar fare, senza tentativi di mediazione e ricucitura.

Naturalmente questo non significa che Berlusconi - che ha rinviato alla prossima settimana la riunione con il gruppo parlamentare di Palazzo Madama - non sia rimasto colpito dai cambi di casacca, tanto più alla luce del processo che ha dovuto subire per compravendita di parlamentari, circostanza su cui oggi, invece, nessuno si scandalizza. Sul merito del ddl Boschi gli emendamenti che hanno ricompattato il Pd e hanno concesso qualche timida apertura sul fronte della elettività dei senatori non conquistano il cuore del presidente di Forza Italia. L'unica chiave che potrebbe riaprire le porte del dialogo è quella della legge elettorale. Se da parte di Matteo Renzi dovessero arrivare rassicurazioni pubbliche e affidabili sulla reintroduzione del premio di maggioranza alla coalizione allora si potrebbe ragionare anche sulle riforme. Ma segnali in questo senso non sono arrivati.

Sullo sfondo continuano i movimenti dei verdiniani per formare il gruppo alla Camera. Ieri 7 deputati che già avevano annunciato l'addio da tempo, hanno formalizzato le dimissioni. L'obiettivo è quello di tentare di arrivare a quota 20 per costituire un gruppo autonomo. Al di là delle fibrillazioni Forza Italia continua a lavorare sulle alleanze. Oggi Matteo Salvini, Maurizio Gasparri, Raffaele Fitto e Andrea Ronchi si incontreranno in un appuntamento pubblico per ragionare sulla ricomposizione del centrodestra.

Paolo Romani, invece, ha annunciato che l'ultima settimana di gennaio si terrà a Milano una tre giorni di confronto sul programma con gli alleati, Lega in primis. L'iniziativa sarà chiusa da Berlusconi che presenterà 15 libretti programmatici frutto del confronto.

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