Parola d'ordine: temporeggiare e logorare. Silvio Berlusconi è arrivato a Roma in serata e ha programmato una due giorni di confronti e approfondimenti politici. Ufficialmente la linea è definita: non è questo il momento di entrare nel merito della discussione della legge elettorale. Bisogna attendere le motivazioni della Consulta, la vera bussola che consentirà di orientarsi tra le varie proposte possibili. Soltanto quando arriveranno le spiegazioni da parte della Corte Costituzionale del ragionamento seguito per la bocciatura dell'Italicum il presidente di Forza Italia convocherà un Ufficio di Presidenza ad hoc, probabilmente la prossima settimana. Il presidente di Forza Italia, però, vuole farsi trovare pronto e si confronterà con la commissione interna nominata per preparare la bozza della proposta azzurra, senza dimenticare l'attenzione per il programma.
Il desiderio di non accelerare è legato alla necessità di ricostruire il centrodestra, ma anche di favorire il logoramento di Matteo Renzi e far venire allo scoperto le divisioni interne al Pd. Inoltre c'è sempre la speranza che la Corte Europea dei diritti dell'Uomo si decida a procedere alla sua riabilitazione.
Ieri un primo confronto è avvenuto durante il direttivo del gruppo azzurro della Camera. Antonio Tajani invece si muove su una linea istituzionale e politica. Due giorni fa ha incontrato i coordinatori delle quattro regioni dell'Italia centrale e i sindaci di quei territori. Appena la situazione si sarà assestata intende anche organizzare un viaggio nelle zone terremotate nella sua qualità di presidente del Parlamento europeo.
I ragionamenti tecnici sulla legge elettorale si intrecciano, naturalmente, con quelli politici. Berlusconi, come è noto, vuole il proporzionale e non intende perorare la causa dello scioglimento dei vari partiti in un «listone» di centrodestra. L'alleanza classica con Lega e Fratelli d'Italia resta però la prima opzione. In questo senso dentro Forza Italia si ragiona su sondaggi che danno il centrodestra accreditato di un 34%. Una base importante per lavorare in questi mesi che ci separano dalle elezioni per tentare un recupero di consensi a spese del Pd e del Movimento 5 Stelle. «Resto convinto che si debba puntare a modificare la legge elettorale inserendo il premio alla coalizione. Il 40% per il centrodestra unito, non è un traguardo irraggiungibile», spiega Maurizio Gasparri. Interessanti vengono giudicati anche le rilevazioni per le regionali siciliane dove il M5S è in testa con il 38% con circa 4 punti di vantaggio sul centrodestra che alleandosi anche con Ncd potrebbe superarlo, mentre staccatissimo è il Pd, sotto il 10%.
Sul rapporto con la Lega continuano ad arrivare segnali dissonanti. Roberto Maroni bacchetta Matteo Salvini invitandolo a non rompere lo storico asse con Forza Italia, prendendo la strada dell'asse sovranista. «Berlusconi è tornato a dare le carte, non c'è nessuna alternativa all'alleanza tra Lega e Fi» sentenzia il governatore lombardo che propone anche di ricandidare Umberto Bossi perché «senza Umberto nessuno di noi sarebbe dov'è».
Il segretario di via Bellerio, però, tira dritto e rilancia il guanto di sfida a Berlusconi: «In questo periodo non ho tanto tempo per giocare a carte: parlo con chi ritengo e giocare a carte o alle slot machine lo lascio ad altri».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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