Berlusconi pungola Salvini: "Faccia valere il programma"

Tensioni locali tra Lega e azzurri sul voto di domenica. A Fiumicino e Brindisi le spaccature più evidenti

Berlusconi pungola Salvini: "Faccia valere il programma"

Roma - Parte il governo M5S-Lega e il clima elettorale per le amministrative di domenica fa salire le tensioni nel centrodestra. C'è il candidato sindaco di Brindisi per la Lega e Fdi, Massimo Ciullo, che dice «mai con gli affaristi di Forza Italia» schierati con l'antagonista Roberto Cavalera e fa capire che in un ballottaggio preferirebbe il M5S. C'è il caso Fiumicino: anche qui gli alleati azzurri e del Carroccio corrono separati, l'ex ministro Mario Baccini per i primi, il neo senatore William De Vecchis per i secondi. Poi c'è Vicenza dove, come nella maggior parte dei comuni italiani, la coalizione ha un unico candidato, Francesco Rucco, e i grillini sono assenti.

Per ben due volte Matteo Salvini fa comizi a Fiumicino, dove se la coalizione fosse compatta sarebbe in pole position prima di volare a Brindisi. Nella cittadina alle porte di Roma, considerata decisiva, arriva ieri il presidente azzurro dell'Europarlamento Antonio Tajani per appoggiare l'aspirante primo cittadino azzurro. E Silvio Berlusconi sceglie il Giornale di Vicenza per mandare a dire al Carroccio: «Continuo a credere in un'alleanza di centrodestra che si basa sul programma per il quale noi, la Lega e Fdi abbiamo chiesto i voti agli italiani pochi mesi fa. Un'alleanza cementata da vent'anni di lavoro comune al governo o all'opposizione, e sulle tante giunte regionali e comunali che il centrodestra unito guida con ottimi risultati. Spero che la Lega sappia far valere nell'attività di governo molte parti di quel nostro programma comune».

Il Cavaliere spiega che dopo 90 giorni di stallo ha «ritenuto indispensabile» far nascere un governo, anche perché «l'alternativa impraticabile sarebbe stata un voto inutile a fine luglio». Dopo aver «chiesto fino all'ultimo che nascesse un governo di centrodestra» ha accettato che la Lega stringesse un patto «con una forza politica che considero del tutto inadatta a governare l'Italia». Per un esecutivo «che naturalmente non ci rappresenta e non rappresenta la maggioranza degli italiani» e che si basa su un «compromesso molto precario, spesso generico, per alcuni aspetti ingenuo, per altri molto inquietante, per esempio in materie di infrastrutture, di giustizia, di politica sociale». Insomma, «un'operazione di palazzo» che non può che suscitare preoccupazione.

Renato Brunetta, che ha picchiato duro anche nei giorni in cui sugli alleati leghisti si tenevano toni bassi, torna alla carica contro il «mostruoso» governo giallo-verde, l'unione «innaturale» tra Carroccio e M5S, che mette insieme programmi incompatibili per produrne uno con «il grigio dell'impotenza». Non c'è una gerarchia di priorità «e non si può seguire un doppio binario, fare un po' Flat tax e un po' reddito di cittadinanza». Promette che gli azzurri incalzeranno la Lega sui provvedimenti del programma di centrodestra e conclude: «Ne vedremo delle belle».

Su infrastrutture, Sud, giustizia, pensioni, Ilva e altro Fi già è all'opera, per chiedere chiarezza e il gruppo della Camera presenta un'interrogazione, a prima firma Giorgio Mulè e sottoscritta dalla capogruppo Mariastella Gelmini, al ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli per conoscere le intenzioni dell'esecutivo sulle grandi opere.

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