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Berlusconi vede il traguardo: decisivi sul capo dello Stato

Il Cavaliere tira dritto sulla strada del Nazareno: ci è costato consensi, ma ora Renzi deve concedere qualcosa. Martedì l'incontro finale sui nomi

Berlusconi vede il traguardo: decisivi sul capo dello Stato

Berlusconi vuole siglare il Nazareno 2.0. Ci spera e ci crede. Vuole personalmente mettere la firma in calce all'accordo dopodomani quando, per lui, le porte del Nazareno si riapriranno alle sette di sera. Poco più di un anno dopo la prima visita in sede piddina, il Cavaliere tornerà a «casa Renzi» per benedire il nuovo capo dello Stato. Si dice che già in queste ore i contatti tra i rispettivi ambasciatori siano frenetici. Lotti e Verdini in testa ma anche Guerini e Gianni Letta: tutti a compulsare il pallottoliere a seconda dei nomi che girano già da giorni. Telefoni roventi in quel di Arcore tanto che il Cavaliere ha dovuto stoppare un po' gli aspiranti interlocutori: «Ecco, però durante la partita no eh...».

Tantissimi i papabili ancora sul tavolo, forse messi in campo per creare una coltre di nebbia sul nome giusto. La partita è complicatissima e si giocherà anche sui nervi. Raccontano però che Berlusconi sia galvanizzato e assolutamente convinto di «aver fatto la cosa giusta anche se ci è costata parecchio in termini di consensi. Non è facile da spiegare agli elettori». Il mood dell'ex premier è buono, convinto com'è di poter pretendere un coinvolgimento sull'elezione del capo dello Stato. O quanto meno ottenere un presidente non ostile: «In fondo, su legge elettorale e nuovo Senato le castagne dal fuoco a Renzi le abbiamo tolte noi. Abbiamo accettato pure cose che ci danneggiano. Ora sta al premier concedere qualcosa». E ancora: «Non è stato facile digerire e far digerire ai nostri il premio di lista anziché alla coalizione». Berlusconi si sente in credito ma sa pure che Renzi non si sente in debito. Quantomeno moralmente. L'ottimismo di Berlusconi deriva piuttosto da un ragionamento pragmatico: «Il premier ha troppi nemici interni che non vedono l'ora di vendicarsi e fare a lui quello che lui ha fatto a Bersani - è il ragionamento del Cavaliere -. E Renzi non può prescindere dai voti di Forza Italia».

Infatti si tratta di una partita a poker con i dissidenti dem a giocare il ruolo del terzo incomodo. E un anonimo forzista non nasconde i rischi di ritrovarsi al Colle un uomo che non entusiasma il Pd, non entusiasma Fi ma entusiasma solo il premier: «Renzi potrebbe dire alla sua minoranza: “O questo o quello che piace al Cavaliere”. E poi fare lo stesso col Cavaliere: “O questo o quello che piace alla sinistra dem”. Risultato: potrebbe fare bingo e vincere la partita».

Insomma, è un braccio di ferro dove entrambi vogliono vincere o, meglio, perdere di meno. Ed è ragionevole pensare che alla fine non sarà una partita lunghissima. In molti scommettono che il patto reggerà anche sul Quirinale perché i due sono legati a filo doppio, a causa delle rispettive debolezze. Il Cavaliere è azzoppato e ha una mano dietro la schiena a causa dell'agibilità monca che spera torni piena a tutti gli effetti; Renzi, che vorrebbe correre, ha in casa la zavorra della minoranza dem che lo fa zoppicare praticamente su tutto. E stando così le cose il soccorso azzurro è più prezioso di quanto non ammetta lo stesso premier.

Da qui gli scenari più insoliti che però restano sulla bocca di molti: rimpasto per fare entrare gli azzurri, appoggio esterno di Fi, eccetera. «Panzane. Siamo e restiamo all'opposizione» è il mantra dei big forzisti. «Panzane. Sono e resteranno all'opposizione», la risposta renziana. Ma le sfide future sono troppo lontane e soprattutto si giocheranno solo dopo aver trovato l'inquilino del Quirinale. È chiaro però che se Renzi non dovesse giocare sporco sul Colle, l'opposizione di Forza Italia sarebbe un'opposizione «responsabile». E dietro quel «responsabile» ci stanno aiutini pronti ad arrivare anche su altri provvedimenti, oltre che al via libera definitivo a Italicum e riforme.

Riforme il cui cammino, è bene ricordare, è ancora lungo e non scontato.

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