Distrazione? Leggerezza? Convenienza? Diciamo che è stato prima di tutto un bell'affare, adeguatamente retribuito, quindi, a cui l'ex premier laburista, Tony Blair non si è proprio sentito di dire di no. Un bell'affare che è venuto a galla, con tutti i dettagli relativi, sulle pagine del Sunday Times . Il giornale britannico ha infatti rivelato i particolari di un accordo segreto propostogli dalla Petro Saudi , compagnia petrolifera, fondata da un membro della famiglia reale saudita, che, nel 2010 reclutò Blair come «broker».
Secondo quanto emerge dai particolari del contratto pubblicati ieri, Blair nel 2010 diede la sua disponibilità per fare da intermediario fra i sauditi e la Cina per siglare contratti sfruttando le sue conoscenze internazionali. In cambio, l'ufficio dell'ex leader laburista, la Tony Blair Associates , avrebbe ricevuto 41mila sterline al mese, oltre ad una commissione del due per cento su ogni accordo portato a termine. Un'attività interessante quanto redditizia che, secondo la stampa inglese, già in passato ben poco tenera nei confronti di altre «distrazioni da business» di Blair, innesca più di un perplessità sul conflitto di interessi che ci sarebbe stato per l'ex premier, proprio perché la sua attività di brokeraggio avrebbe interferito in quello stesso periodo con l'incarico che ricopriva come inviato speciale del «Quartetto per il Medio Oriente».
In effetti, da quando ha lasciato il numero 10 di Downing Street, Blair ha assiduamente lavorato in Medio Oriente e il suo ruolo politico di intermediazione e pacificazione ha sollevato in più di una circostanza perplessità riguardo all'attività della sua compagnia d'affari. Immediate le reazioni del portavoce di Blair che, commentando il contratto (un documento di 21 pagine ben dettagliato) ha tenuto a precisare «che la Tony Blair Associates ha lavorato per la compagnia Petro Saudi solo quatto anni fa e soltanto per un periodo di pochi mesi». «L'attività di Mr. Blair - si legge ancora nella nota di precisazione - ha riguardato esclusivamente la ricerca di opportunità d'affari nell'Estremo Oriente e non ha mai avuto legami né riferimenti con il ruolo, non pagato, di Blair come emissario del Quartetto in Palestina e più in generale in Medio Oriente».
Sull'altro fronte, quello della Petro Saudi , è arrivata la conferma che l'ex premier laburista fu ingaggiato come broker in quel periodo per cercare opportunità di affari per conto della compagnia saudita soprattutto in Cina. Si accennava prima ad altre «deviazioni affaristiche» della Tony Blair Associates denunciate puntualmente dai media britannici che hanno ravvisato atteggiamenti non proprio politicamente corretti.
Tra gli «incidenti di percorso» recenti che hanno visto protagonista l'ex inquilino di Downing Street la consulenza, al prezzo di 7 milioni di sterline all'anno, che Blair ha offerto e pare continui ad offrire al dittatore del Kazhakistan, Nursultan Nazarbayev, in cerca di credibilità presso gli interlocutori
occidentali. Uno su tutti la lettera di Blair al presidente Nazarbayev, intercettata da alcuni giornali, in cui gli suggeriva come presentarsi e cosa dire ai media occidentali dopo il massacro di 14 civili in Kazhakistan.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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