Economia

La Borsa vede lo sconto sulla vendita a Cdp. E il titolo crolla (-3,1%)

Torna anche lo spettro della revoca, tra i nodi dell'addio di Atlantia anche le tariffe

La Borsa vede lo sconto sulla vendita a Cdp. E il titolo crolla (-3,1%)

Una nuova bufera giudiziaria irrompe sulla già complessa trattativa di cessione dell'88% di Aspi (Autostrade) in mano ad Atlantia e manda in tilt il titolo a Piazza Affari. Gli investitori spaventati hanno preferito alleggerire le posizioni vendendo le azioni della società che controlla le Autostrade che, dopo una seduta difficile, hanno lasciato così sul terreno il 3,13% a 15,04 euro. I timori sono duplici e riguardano, da un lato, la possibilità che torni politicamente in campo l'ipotesi della revoca della concessione e, dall'altro, che si complichi la trattativa (già in salita) per la vendita dell'88% a Cdp (e soci). «Ci sono molti nodi da sciogliere commenta un analista ma queste novità potrebbero giocare a favore di Cdp e del governo nella trattativa, dando addirittura un'accelerazione al dossier».

«È necessario ha commentato non a caso ieri il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Roberto Traversi - che la trattativa per l'uscita del gruppo Atlantia si risolva quanto prima, per dare una nuova governance ed un nuovo indirizzo ad una azienda concessionaria che, pur nel rispetto delle regole del mercato, deve garantire la tutela di interessi pubblici. È intollerabile che le trattative per la cessione di Aspi siano bloccate da mesi, si proceda nell'ottica di quell'accordo siglato dal premier Giuseppe Conte o si torni a parlare di revoca della concessione. Abbiamo atteso troppo».

L'ultima offerta della Cassa, chiamata a risolvere lo stallo, è partita a fine ottobre, ma la mancata intesa ha mandato il dossier ai supplementari. La scadenza è fissata per la fine di novembre, e il cda di Atlantia ha chiesto una proposta «vincolante». In particolare, non si è risolto il nodo del prezzo che dovrebbe aggirarsi tra gli 8, 5 e i 9, 5 miliardi. Lo schema dell'operazione prevede che Cdp Equity sia il primo azionista, con il 40%, del veicolo attraverso cui sarà realizzato l'investimento (BidCo), affiancata dal fondo Usa Blackstone e da quello australiano Macquarie (30% a testa). E da altri possibili player.

Il tutto però al giusto prezzo. «Ecco allora che se i nuovi fatti - commenta Fidentiis Equities al Giornale - non rappresentano un fattore aggiuntivo di rischio per il buon esito del deal con Cdp è da considerare che, anche se la manleva non fosse concessa negli accordi, i rischi legali influiranno sul prezzo di vendita».

Insomma, con un aggravio delle presunte responsabilità, si potrebbe ipotizzare un prezzo più basso, ma la trattativa è aperta su molti fronti. E come ricorda al Giornale Andrea Giuricin, docente dell'Università Bicocca di Milano, «le tematiche principali rimangono quelle in seno all'Autorità di regolazione trasporti e al tema delle tariffe per il prezzo della concessione». Le osservazioni dell'Autority sulla proposta di piano economico-finanziario (Pef) di Aspi «sono attualmente oggetto di specifici approfondimenti che saranno resi noti non appena definiti», ha spiegato il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli.

Proprio sul Pef non è escluso che faccia un punto il cda di Aspi convocato oggi per approvare i risultati trimestrali.

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