Politica

Boschi sottosegretario: bocciata dagli italiani promossa da Gentiloni

La "mamma" di quella riforma costituzionale bocciata sonoramente dal responso popolare continua a restare nella grande famiglia del governo Gentiloni

Boschi sottosegretario: bocciata dagli italiani promossa da Gentiloni

Se non è una promozione, poco ci manca. Da ministro delle Riforme a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. La carriera politica di Maria Elena Boschi continua. La "mamma" di quella riforma costituzionale bocciata sonoramente dal responso popolare resta in sella anche nella grande famiglia del governo Gentiloni. Lei, il braccio sinistro dell'ex premier Renzi, prende il posto di Luca Lotti, il braccio destro. Cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia.

La Boschi rimane a rappresentare l'anello di congiunzione col recente passato governativo e, nel momento stesso in cui il suo nome è stato pronunciato dal premier Gentiloni, è andato in fumo tutto quello che almeno all'inizio egli stessa rappresentava. Il sorriso, la ventata di novità unita al ciclone rottamatore di Renzi, la diversità, la lotta anti casta: tutto alle ortiche.

Adesso lei rischia di diventare solo il simbolo del Palazzo che non rispetta la volontà popolare, che non accetta una visione del mondo diversa da quella propinata, che non sa perdere, che non sa farsi da parte e che non sa ammettere gli errori. E che non sa rispettare la parola data.

Perché più volte il ministro Boschi aveva dichiarato: "Se vince il No al Referendum anche io lascerò la politica". E ancora: "Anche io lascio se Renzi se ne va: ci assumiamo insieme la responsabilità. Abbiamo creduto e lavorato insieme ad uno stesso progetto politico". Renzi se n'è andato (anche se solo fisicamente), la Boschi è rimasta. Poco importa se il caso Banca Etruria, la legge elettorale, l'eccessiva personalizzazione sul referendum e persino l'infelice uscita sui "veri partigiani" abbiano fatto crollare la fiducia che gli italiani riponevano in lei. Ci avevano raccontato che fosse sul banco degli imputati, sola e isolata dopo il plateale fallimento.

Ma il banco su cui siederà sarà quello del governo, per il quale non basta un sì ma 19 milioni di No.

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