Botte tra Lega e Grillini

La fronda inguaia Di Maio: rissa sulla Tav, il Carroccio molla la Raggi e diserta il vertice

Botte tra Lega e Grillini

Potranno tirare avanti ancora un po', persino fino alle elezioni europee di primavera, ma l'alleanza tra Cinquestelle e Lega è politicamente e umanamente al capolinea. Di Maio e Salvini riescono ancora a spartirsi qualche poltrona, tipo quelle dei direttori dei tg Rai, ma insulti e liti tra i due gruppi sono ormai all'ordine del giorno su tutti i fronti, e ieri in Consiglio regionale del Piemonte, sulla Tav, è finita praticamente a botte. Tutto questo accade mentre l'Istat conferma che il Paese ha smesso di crescere, certificando che in pochi mesi il governo si è mangiato anche quel poco di dote che si era trovato in eredità. In realtà ci sarebbe stato da meravigliarsi dell'inverso, perché mezza pera e mezza mela messi insieme mai avrebbero potuto fare un frutto commestibile.

Per questa anomala alleanza la strada, al di là delle dichiarazioni ufficiali, è sempre stata in salita ma adesso la pendenza è da brivido e il fiato si fa corto. Annaspa Di Maio, mollato anche dai primi gregari e Matteo Salvini comincia a chiedersi seriamente che senso abbia continuare a tirare un gruppo che gli è ostile e che ha come unico obiettivo quello di stancarlo per provare a fregarlo in volata. Come ha detto giovedì Silvio Berlusconi, forse è tempo nell'interesse anche della Lega - di fissare dove stia il traguardo, cioè per quanto ancora il Paese deve rimanere in balia del caos.

Il leader della Lega, proprio perché ancora gode di ampi consensi nell'opinione pubblica, è quello che sta rischiando di più. Il suo «decreto sicurezza» sta lacerando la maggioranza in Senato, la flat tax è al palo, il taglio della riforma Fornero più che dimezzato. Il mondo imprenditoriale è sul punto di scendere in piazza, sulla Tav ma non solo, e i monconi del ponte Morandi di Genova ancora lì a tre mesi dal crollo rischiano di diventare un monumento anche alla sua incapacità. Adesso si ritrova pure con lo spread a trecento fisso, il bilancio bocciato dall'Europa e la crescita a zero. Oggettivamente non è un bel bilancio, né indizio di imminenti e clamorose svolte.

Poi guardi gli ultimi sondaggi e scopri che il centrodestra unito (con Forza Italia che comincia a dare seri sintomi di ripresa) vincerebbe le elezioni alla grande.

C'è vita oltre il gialloverde, ma ancora prima nel gialloverde non c'è più vita.

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