Politica

Brennero, l'Austria ci ripensa: «Niente muro». Almeno per ora

Vienna ha accantonato l'idea di costruire una barriera al valico ma solo perché l'afflusso di migranti è scarso. Decisivo il pressing dell'Europa

Patricia Tagliaferri

Roma Lì dove l'Austria aveva già cominciato a costruire i basamenti per l'annunciato muro anti-migranti, lì dove «doveva fallire l'Europa» e perdere pezzi il trattato di Schengen, i lavori sono fermi.

Che al Brennero non ci sarà alcuna barriera il ministro dell'Interno Angelino Alfano è andato a verificarlo sul posto. La notizia l'ha data lui stesso, ieri, direttamente dall'area di servizio Rosenberger, dove ha incontrato il suo omologo austriaco. Wolfgang Sobotka ha riconosciuto il buon lavoro che sta facendo l'Italia per limitare l'arrivo degli immigrati al confine, intensificando i controlli sui treni. «La nostra soluzione è molto netta, chiara, severa e semplice - sostiene Alfano - abbiamo lavorato per impedire che i clandestini arrivassero qui e il numero dei migranti è diminuito. Chi pensa di venire al Brennero per passare in Austria verrà riportato in Italia. Non smetteremo di fare accoglienza, ma non è il migrante che stabilisce il luogo dove essere accolto. Qualcuno diceva forza Austria, fanno bene a fare il muro. Noi invece abbiamo detto agli austriaci che siamo seri e che le persone le controlliamo prima del confine». Lavoro riconosciuto dai vicini d'oltralpe. «Gli arrivi dall'Italia nel Tirolo austriaco sono praticamente azzerati», ha confermato il governatore Gunther Platter.

Nessun attrito con Sobotka, dunque, dopo che un mese fa l'Austria aveva annunciato l'intenzione di alzare una barriera lunga 370 metri per proteggere il confine da afflussi incontrollati. Due settimane fa i ministri si erano incontrati per chiarire. Ora Alfano ha avuto la conferma che al Brennero, per ora, non sorgerà alcun muro. Lo stop ai lavori è stato sancito da una stretta di mano con il collega austriaco che però può contare sulla possibilità di ripensarci, prevista da una raccomandazione della Commissione Ue, in caso di flussi straordinari dall'Italia. A premere sull'Austria perché facesse retromarcia non era soltanto l'Italia, ma anche l'Europa. Tanto che mentre Alfano e Sobotka erano in viaggio verso il Brennero è arrivata la notizia che la Ue ha bloccato, perché incompatibile con il diritto comunitario, la richiesta del governo austriaco di instaurare nuovi controlli alla frontiera senza dover seguire la procedura preventiva prevista da Schengen.

È in questo clima che arriva l'invito ad abbassare i toni per non alimentare le tensioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Quanto avviene in Siria - ha detto il Capo dello Stato parlando al contingente italiano della missione Unifil in Libano - ha un impatto immediato, oltre che sulla regione, sull'intera Unione europea, ad iniziare, ma non solo, dalla questione dei rifugiati. Su questo argomento si è aperto nell'Unione un dibattito dai toni talvolta sconsiderati, appartenenti a un passato remoto d'Europa e che invece qualcuno vorrebbe riproporre, dimenticando le tragedie che ha provocato».

A conferma di quanto sostenuto ieri da il Giornale, i numeri di Frontex dimostrano che per la prima volta dalla scorsa estate gli arrivi dei migranti in Italia hanno superato quelli in Grecia: 8.370 persone sono sbarcate ad aprile nel nostro paese, 2.700 quelle arrivate sulle coste greche, il 90 per cento in meno rispetto al mese precedente.

Numeri preoccupanti ora che, con la chiusura della rotta balcanica, l'Italia rischia di diventare l'unica porta d'ingresso in Europa per i disperati in fuga.

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